Il futuro di una volta
- Autore: Serena Dandini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2015
Il nuovo scritto di Serena Dandini è un romanzo come dire tondo, che in un cerchio immaginario ci sta come struttura contenutistica e come espressione linguistica. La storia de “Il futuro di una volta” (Rizzoli, 2015) è come un déjà vu, si dirama in due location parallele: in una città italiana, il cui nome non c’è dato sapere, e a Parigi.
Due protagoniste donne, la madre Laury, inglesismo di Lauretta, e la figlia Elena, due generazioni a confronto, due caratteri diametralmente opposti. A Parigi Yves e il suo amico Maurice, due uomini ultrasessantenni epigoni degli anni settanta, con tutta l’eco di quel mondo ormai sideralmente lontano per le tante trasformazioni sociali e umane. Sullo sfondo come un fondale teatrale tutti gli altri personaggi che fanno da cornice nella vita delle due donne e di Laury, in particolare, per età e modelli comportamentali. Elena la giovane trentasettenne, è apparentemente aliena alle emozioni,
“ama le strade in discesa, il minimo del rischio con il minimo delle soddisfazioni”
impiegata alla Softy, la più grande società di distribuzione di componenti di elettronica, in un ufficio che racchiude il microcosmo del mondo del lavoro di oggi: precari, in stand bay, come topolini andati a male, sospesi senza la certezza del futuro.
Qui la scrittrice ha la libertà di usare à gogo tutti i termini dell’ informatica, twitter, tag, link, allegato, email, spam, ma Elena tratta tutto ciò con distacco forse anche perché a stretto contatto con gli amici della madre nostalgici settantenni hippy, ancora connessi a stili di vita ormai desueti, guardano con accomodante quiescenza alle nuove mode solo per mantenere un giovanilismo velleitario, ma intriso di valori di fratellanza e solidarietà ormai persi. La madre Laury, donna vitale e dinamica, è una pittrice stravagante ed eccentrica sia nel modo di vestirsi sia nello stile di vita libero. Yves vive in solitaria in una chiatta sulla Senna,
“ormai più pesce d’acqua dolce che uomo”
e il suo amico Maurice
“della vecchia guardia, pancia gonfia di birra, camicione a scacchi scozzesi, capelli radi ma lunghi e liberi al vento.”
“Il futuro di una volta” è un romanzo generazionale, direi corale, in quanto il punto di vista non è mai singolo, l’attuale si sposa con il passato precursore di cambiamenti che hanno travalicato le aspettative di quella generazione.
Serena Dandini guarda a questi reduci sessantottini con sguardo amorevole e con lieve nostalgia del tempo che fu, solo una larvata consapevolezza dei danni oggettivi di oggi riferendosi alle donne apparentemente anticonformiste e libere, ma nell’animo ancora ferite, come abbrancate ai retaggi del passato. Il futuro prospettico tanto vagheggiato non è stato l’eden, perché la vita infierisce e spesso fa scontare i progressi ottenuti. In tal senso il romanzo ha spunti di riflessione sul non sense dell’esistenza umana, quando sembra che tutto precipiti una mano può sollevarti e quando sembra di essere invincibili il vulnus esistenziale colpisce a tradimento. Il tutto è condito con mano
leggera, Serena Dandini padroneggia una lingua scorrevole e fluida, si destreggia con disinvoltura anche in certi passaggi ostici e riesce a rendere godibilissima la storia e a creare un’empatia con il lettore.
Il futuro di una volta
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