Il gatto di casa è un agente d’altri mondi
- Autore: Giorgio Manganelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Graphe.it edizioni
- Anno di pubblicazione: 2024
Il Manga, per tutti, Giorgio Manganelli, che scriveva in modo buffo e in modo colto, prendeva in giro chiunque ma soprattutto sé stesso. Non visse molto; è nato a Milano nel 1922 e poi è mancato a Roma nel 1990, ma la figlia Lietta Manganelli, nel nostro millennio, ha avuto il merito di ricordarlo sempre, in modo che anche un articolo di suo padre, un intervento, un elzeviro non si perdesse e, in questo bailamme di nuovi libri, non scomparisse. Ecco dunque un nuovo libro dello scrittore dal titolo Il gatto di casa è un agente d’altri mondi (Graphe.it edizioni, 2024, introduzione di Antonio Castronuovo).
Certo non tutto quello che ha scritto era leggibile; lui con altri amici letterari misero in auge il "Gruppo 63" , con Alberto Arbasino, Umberto Eco e altri scrittori e poeti. Questo gruppo nacque a Palermo contro una letteratura priva di contenuti e spoglia di significati, e l’esempio preso in comune furono i libri di Carlo Cassola, ritenuti nulli, fuffa.
Chi scrive ha sempre ammirato sia Manganelli che Cassola, essendo una persona con "il vizio di leggere". Come tanti scrittori di talento che si incaponiscono su un fatto di rilievo, il Manga aveva come sua ossessione i dischi volanti e l’esistenza degli alieni. In realtà dietro a questo argomento c’era una filosofia che poi divenne altro, uno spaccato sociale che ci faceva ridere a metà, perché se esistevano gli Ufo, perché apparirono in modo massiccio negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso? Perché in Europa e in Italia l’argomento suddetto divenne come proemio di cachinni e freddure?
Il Manga stesso era crudele con chi credeva agli alieni in modo "morboso". Manganelli aveva preso come parole chiave “non è vero ma ci credo”. E poi l’argomento, che faceva sorridere ma anche riflettere, portò i migliori quotidiani nazionali a volere che lo scrittore scrivesse dei dischi volanti. E forse questo collegamento che lo rese famoso iniziò a essergli stretto, voleva scrivere altro.
Dato che in un’intervista arriva sempre la domanda del perché si scrive, Manganelli rispondeva che non sapeva fare altro.
Ci manca un funambolo intelligente, ironico, ma anche il Manga aveva periodi di malanimo, di tristezza; perché non poteva sempre scrivere quello che gli veniva in testa, soprattutto sui politici e sulla politica in generale. Ma in verità, questi momenti bui passavano in fretta e allora cominciava a tradurre in italiano scrittori e scrittrici di altri paesi. Preferiva leggere e tradurre soprattutto Henry James, che amava moltissimo, ma la lista è lunga.
Non è un caso che un suo motteggio, una freddura o un aforisma non venisse poi copiato da altri. Abbiamo già citato la risposta a un’intervista in cui parla della scrittura perché non sapeva fare altro che scrivere. Ora: non c’è scrittore, non c’è scrittrice che non dicano anche loro di non sapere fare altro. Ma Giorgio Manganelli ha scritto come giornalista, su “Il Giorno”, “Il Corriere della sera”, “Il Messaggero” e “La Stampa”, come dimostrano i testi raccolti nel suo Il gatto di casa è un agente d’altri mondi. Non ha mai mendicato per una prefazione o una postfazione. Era un uomo libero, appassionato, che amava la sua famiglia. Era, viene spontaneo dirlo così, semplicemente il Manga.
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