Il giallo di Ponte Sisto
- Autore: Max e Francesco Morini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
E pensare che tutto è nato dall’autopubblicazione della prima avventura romana di Ettore Misericordia. I fratelli Morini, Max e Francesco, hanno cominciato col self publishing la carriera di romanzieri, pardon di giallisti, giunta alla terza puntata col thriller Il giallo di Ponte Sisto (luglio 2019, 251 pagine, 9.90 euro copertina flessibile, 0.99 eBook).
Newton Compton è la casa editrice, romana guarda un po’, che ha scoperto i Morini Brother, romani - aridaje - proprio attraverso la piattaforma di automarketing editoriale Il Mio Libro. È arrivato così, nel 2017, Nero Caravaggio, l’ottimo debutto seguito l’anno successivo da Rosso Barocco, sempre nella collana GialloItalia Newton.
La casa editrice di casa li presenta come due fratelli, autori teatrali e televisivi, che dirigono la scuola di scrittura Pensieri e Parole di Roma. Nei romanzi esprimono due grandi passioni: per il poliziesco e per la loro città.
Quanto sei bella Roma, quanto sei bella Roma a prima sera, er Tevere te serve da cintura.
Non si può che condividere l’amore per l’Urbe eterna, sempre più protagonista in questo terzo romanzo degli investigatori aggiunti. Libraio antiquario, questa l’attività ufficiale del sor Ettore, col supporto costante di Fango, compagno di scuola e poi dipendente, comunque amico inseparabile.
Il clichè, tanto efficace, delle indagini narrate dai fratelli Morini prevede infatti innanzitutto una coppia ben assortita di detective, l’uno dotato di conoscenze enciclopediche l’altro tuttofare, insomma mente e braccio, pensiero e azione. Si aggiunge un grande nome dell’arte o anche dello spettacolo, si gira per le strade della splendida capitale e il prodotto è confezionato. Stavolta, dopo che guest star nelle storie precedenti sono stati il milanese Caravaggio e Bernini-Borromini (due architetti, uno napoletano l’altro di origini svizzere), l’artista di riferimento delle vicende gialle è il romanissimo Ettore Petrolini (1884-1936).
Sarebbe grave dimenticare il contorno di morti ammazzati, indispensabile per dare la giusta tinta “nera” al racconto giallo.
È Fango a raccontare, in prima persona, come Watson dopotutto, il fedele amico di Sherlock Holmes, coppia che i fratelli romani richiamano tantissimo. Sono state avanzate anche analogie con un altro sodalizio genio-assistente, che riporta ai classici Nero Wolfe e Archie Goodwin, dell’americano Rex Stout.
Rispetto ad Ettore, però nessuno può vantare la sua conoscenza sconfinata della città del Cupolone. Base operativa e buen retiro dei due amici romani è la vecchia libreria Misericordia, in via di San Giovanni Decollato al Velabro (l’unica a Roma specializzata su Roma), orgoglio di Ettore, ch’è il proprietario, Fango gli dà una mano. Casa e bottega, perché nel retro ospita anche le stanze che il capo usa come pensatoio (spesso), garconniere (ancora più spesso) e alloggio per la pennichella (quasi tutti i giorni, dopo pranzo).
Gastone, ho le donne a profusione, melodiava un altro talentuoso Ettore, in una delle sue macchiette, lo snob languido vanesio.
Arrivando al dunque del nuovo lavoro: Ettore, Fango, l’ispettore milanese Ceratti (committente d’inchieste ufficiose parallele) e l’agente Cammarata sono in un monolocale del centro, chiamati dall’anziano padrone di casa, che ha segnalato la scomparsa dell’inquilino, un giovane attore, Simone Rossman, 28 anni.
Sono giorni che non si vede in giro e soprattutto non ha pagato l’affitto, lui ch’è sempre tanto puntuale, ogni 5 del mese. Problemi economici zero: i genitori sono una coppia di avvocati e certo non trascurerebbero eventuali esigenze sopravvenute del figlio.
Simone fa il comico, si capisce dalle locandine in cui sorride ammiccante, anche se il grosso delle pareti è tappezzato di foto, manifesti e poster di Petrolini, attore macchiettista futurista, sommo talento del varietà capitolino e del primo cinema sonoro. Anche la sua voce invade il piccolo ambiente, diffusa da un vecchissimo disco, bloccato sul grammofono a ripetere all’infinito “morire… morire… morire…”, dalla canzone che contiene uno dei tormentoni petroliniani “Son contento di morire ma mi dispiace, mi dispiace di morire ma son contento”.
Il monolocale si trova inoltre al 32 di via Baccina, nel Rione Monti, il palazzetto abitato da Ettore in gioventù, come ricorda una targa posta a memoria della sua arte eclettica, che precorreva i tempi.
Ecco un’altra conferma del protagonismo di Roma nei titoli dei fratelli Morini. Dicono di nutrirsi letteralmente dell’energia della città, se ne dichiarano studiosi e appassionati da sempre e dosano le informazioni su Roma, la sua storia e i luoghi che punteggiano le pagine senza risultare eccessivi, cercando l’equilibrio giusto con l’arte, l’umorismo, il giallo.
Il giallo? Sotto un arco di ponte Sisto, che collega Trastevere al centralissimo rione Regola, c’è un cadavere. Sul posto si è raccolta una folla di curiosi e addetti ai lavori, come la giornalista Cecilia, amica da sempre di Misericordia. Quanta pena stasera c’è sul fiume che fiotta così.
Chi è il morto? Piuttosto, risponderò ad un’altra curiosità. Sapete perché il nostro libraio genio si chiama Ettore? In ricordo di Petrolini, non per altro.
Il giallo di Ponte Sisto
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