Il giardino delle pesche e delle rose
- Autore: Joanne Harris
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2012
Nel giorno della festa di Sainte Marie, il 15 agosto, Vianne Rocher è riapparsa inaspettatamente a Lansquenet – sous - Tannes “portando con sé il suo consueto dono di baraonda, sogni e cioccolato”. Trasportata dal vento che ha ricominciato a soffiare, Vianne è arrivata da Parigi insieme alle figlie l’adolescente Anouk e la piccola Rosette. Raffiche di vento mutevoli dalle quali diffidare avevano visto madre e figlie sostare insieme a Roux con la loro casa galleggiante al Quai de Elysée nella Rive Gauche, ormeggiata nella Senna “urbana e rumorosa”. Una lettera proveniente da Lansquenet, paesino a sud ovest della Francia, “arrivata con il vento del Ramadan” ha fatto comprendere a Vianne che deve tornare dopo quasi nove anni in quel paese dove la donna si era ripromessa di non rimettere più piede. In quel luogo che Vianne e Anouk avevano amato più di ogni altro, lo stesso posto “dove eravamo quasi riuscite a fermarci ma da dove il vento ci aveva cacciato”. Quella lettera era stata redatta da una vecchia amica di Vianne, Armande Voizin.
“Ritorna Vianne, perché prima o poi Lansquenet avrà bisogno di te”.
Non si può non rispondere all’appello della defunta Armande il cui ricordo ancora profumava di lavanda, cioccolato e libri vecchi. Vianne e Anouk erano sempre state come quei semi di dente di leone:
“Ci si sistema per una stagione, poi si viene portate via dal vento”.
Madre e figlia e ora anche Rosette sono forti come le radici di queste piantine, anzi “devono esserlo, per trovare sostentamento”. Se anni prima Vianne e Anouk erano arrivate a Lansquenet con il vento del carnevale, ora l’Autan, le vent des fous, il vento dei folli, reca con sé odori di spezie e fumo che conservano i suoni di una terra lontana. Dove viveva Armande, nel quartiere di Les Marauds oltre il fiume Tannes, si è insediata una comunità di immigrati: tunisini, algerini, marocchini, pieds – noirs che i nativi chiamano maghrébins. Qui dove un tempo vi erano le concerie e le abitazioni degli operai, una fabbrica è stata trasformata in moschea e la sera il richiamo melanconico del Muezzin risuona per le vie del quartiere. Lansquenet è divisa in due: al di là del ponte la guglia ombrosa del minareto, dall’altro lato della riva il campanile che sembra sfidarlo sollevandosi nella piazza come un pugno. Aveva ragione Armande: qualcuno a Lansquenet ha bisogno di aiuto, forse la giovane Donna in Nero con una bambina che aveva aperto una scuola nella vecchia chocolaterie di Vianne. Nel locale è stato appiccato un incendio, segno che le relazioni tra le due comunità sono in pericolo.
Il giardino delle pesche e delle rose (Garzanti Ed. 2012 - titolo originale: Peuches for Monsieur Le Curé) è il sequel di Chocolat, edito da Garzanti nel 1999, bestseller da cinque milioni di copie vendute in tutto il mondo, che ha rivelato il talento dell’allora esordiente Joanne Harris. Al centro della vicenda dell’ultimo riuscito libro della scrittrice, nata da padre inglese e da madre francese, vi è la comunità musulmana di Lansquenet con le donne nascoste da uno strato di tessuto il niqab che lascia trapelare solo lo sguardo.
“Abbiamo imparato a vedere in certa misura oltre gli strati sotto cui nascondiamo noi stessi”.
L’autrice, nata e residente nello Yorkshire, pone l’accento sul problema sempre vivo dell’integrazione razziale, sull’importanza di vivere in un mondo multiculturale aperto a nuovi stimoli. Vianne, che ha sperimentato sulla propria pelle il pregiudizio e l’ottusità, avrà un ruolo determinante nello sconfiggere il vento delle bugie e delle incomprensioni che mina la serenità del villaggio.
“Comando io il mio destino. Sono io a chiamare il vento. Il vento mi risponde”.
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E’ in lista d’attesa, questo nuovo romanzo della Harris, descritto come un sequel dello splendido "Chocolat", quando quest’ultimo un seguito ce l’ha già (Le scarpe rosse).
I romanzi della Harris creano non poche aspettative ai lettori, annunciandosi con impazienza e come un gradito ritorno. E se la Harris torna sui passi di Chocolat, dopo alcuni titoli deludenti e incerti, allora qualche buona ragione ci sarà!