Il giardino dorato
- Autore: Harry Bernstein
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
Dopo "Il muro invisibile" e "Il sogno infinito", eccoci a "Il giardino dorato". L’ordine della successione dei libri è stato rispettato ed entrarci significava riprendere i fili dell’immaginazione dei luoghi, delle persone, dei nomi, dei ricordi di una vita romanzata, ma vera. Mi invogliava e mi tratteneva nello stesso tempo perché le storia stava andando per le lunghe e poi la fine era ormai nota.
Pian piano sono entrata anche in questo volume e mi sono accorta che la struttura narrativa si snodava per capitoli ora lontani ora vicini all’età dello scrittore cosicchè questo intreccio metteva un nuovo interesse alla lettura.
Il romanzo è una continua conferma dell’amore del protagonista verso la sua compagna di vita e la sua famiglia, mentre il primo ”Il muro invisibile” era una nostalgica immagine d’amore per la sua famiglia d’origine e in particolare per la madre e il secondo “Il sogno infinito” era una presa di visione della famiglia più grande di provenienza, senza perdere di vista la madre, simbolo degli affetti per eccellenza.
I capitoli incastrano il presente e il passato in un intreccio pacato e comprensibile, dal suo matrimonio, alle difficoltà di lavoro e di vita, via fino alla nascita e alla crescita dei figli e intanto altri capitoli in mezzo ci riportano la malattia , la morte della moglie e la sua solitudine.
La realtà narrata diventa anche storia del nostro novecento, dell’America, dalla seconda guerra mondiale, ad oggi, e ci fa familiarizzare con vicissitudini non scritte nei libri di storia, ma molto vicine al nostro quotidiano.
Non si sente lo struggimento nostalgico del primo libro o la rabbia verso le difficoltà della recessione del secondo; la narrazione diviene ancora più fluida e pacata a mano a mano che la vita procede e ineluttabilmente avanzano i limiti imposti dall’età, dalle sofferenze e dai lutti.
Il libro può insegnare ad invecchiare e a prendere consapevolezza delle diversità che l’età impone. Invecchiare con intelligenza e anche con la fortuna di poterlo fare. C ‘è, inoltre, la consapevolezza di essere stati fortunati a vivere un’esistenza secondo certe proprie scelte e di aver avuto una compagna ideale.
Non da ultimo, ma certamente molto in là negli anni, si compie finalmente il sogno di lui scrittore, scrittore di sé, quello che aveva inseguito per tutta la vita e che nessun editore aveva aiutato a realizzare. E’ molto bello pensare che, quasi alla soglia dei cento anni, siamo ancora in tempo a vincere una scommessa col destino.
Sensazioni ed emozioni emergono continuamente nel racconto e restano una caratteristica di Harry, così spontaneo e generoso verso i lettori. Qui rivela maggiormente il valore terapeutico della scrittura che lo avvicina ai ricordi e lo aiuta ad esorcizzare il dolore del lutto; un invito a chi ancora ha voglia di dire e cerca un modo per farlo.
Il giardino dorato
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