Il gioco degli specchi
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2011
Torna Andrea Camilleri con un altro giallo per Sellerio Editore Palermo. "Il gioco degli specchi" è un gioco psicologico e logico che moltiplica e disorienta la percezione investigativa del commissario Montalbano.
Il commissario Montalbano è alle prese con un’indagine poliziesca particolare, connotata da situazioni strane, non facilmente leggibili. Un gioco di rimandi, di apparenze che sfiorano il reale e del reale che sconfina nella finzione, appunto un gioco degli specchi (come il titolo del libro) che disorienta e moltiplica le risposte plausibili. La location della storia è un villino a Marinella, proprio vicino a quello del nostro Salvo, il centro gravitazionale da dove s’irradiano tutte le situazioni; inoltre due bombe inesplose, una storia d’amore misteriosa, in un certo senso ostacolata e irrealizzabile, due cadaveri orrendamente uccisi e altro sono gli ingredienti della trama. Ma la peculiarità dello script è in questi giochi illusori che fanno apparire ciò che vero non è e non vero ciò che veramente lo è, ma alla fine, Montalbano rimette a posto ad uno ad uno tutti i tasselli dell’intricata vicenda.
Quest’ultimo romanzo di Camilleri sembra simile agli altri noir, almeno nell’intima essenza delle storie, nei personaggi che rappresentano i caratteri umani, nelle atmosfere spesso cupe nella loro apparente leggerezza, ma in realtà è l’acume investigativo del commissario che fa la differenza. Montalbano stenta a trovare la matassa che imbroglia l’ordito della storia, fa fatica a seguire ed inseguire il male che avviluppa e sconvolge le vite delle persone, una stanchezza di fondo esautora le sue risorse di segugio poliziesco, ha i suoi tempi di riflessione e…quando sembra tutto non quadrare, illuminanti intuizioni scardinano ogni ombra ed incertezza. Camilleri è un manipolatore narrativo, crea nel lettore un’attesa sospesa e una curiosità che non l’abbandona mai. L’arrovellarsi dei pensieri di Montalbano sono come tante scatole cinesi che si manifestano e poi chiariscono ogni dubbio, è un concerto di assiomi e relazioni in una sorta di aforisma hegeliano “Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale”.
Un Montalbano smarrito, a tratti, ma anche sempre più riflessivo e ripiegato in sé alla ricerca di dare un senso alle cose che forse non sempre lo hanno? Lo scrittore ha ormai raggiunto l’eccellenza (per gli estimatori, che non sono pochi) e può anche concedersi di narrare storie dalle tematiche, apparentemente, usuali (il traffico di droga), ma in lui è vigile una creatività soggettiva, la sua forza propulsiva che riflette un dialogo a tu per tu con i grandi della letteratura. Le atmosfere estenuate, l’ironia sottesa, lo scavo interiore delle coscienze prefiguranti ambiguità proprie dell’animo umano, ambientazioni emblematiche di determinati accadimenti e sovrana tra tutti la forma del linguaggio che trasforma la materia narrativa, sono le coordinate strategiche e vincenti della narrativa di Camilleri. Perché quando si legge e si commenta un libro di Camilleri, si legge e si commenta non solo quel dato libro, ma il percorso letterario dell’autore. “Il gioco degli specchi” contrassegna e delinea felicemente il territorio inventivo dello scrittore.
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L’incubo onirico di Montalbano irretito nella paura della follia e, in seguito, il soccorso prestato ad una giovane signora torinese, sua vicina di casa, la cui auto era in panne, sono sequenze pressoché filmiche che introducono all’intricata vicenda narrata ne "Il gioco degli specchi" (Sellerio, Palermo, in una delle pagine più poetiche e fantasiose, fra le più tenere,2011). A destare la curiosità sono due fatti quasi coincidenti: il voluto danneggiamento del motore dell’automobile di Liliana Lombardo, questo il nome dell’anzidetta signora, e, secondo la versione fornita dai collaboratori del nostro commissario, l’attentato dinamitardo di un magazzino di via Pisacane. Era stato preso di mira con ogni probabilità per ragioni di pizzo, ma presto vengono avanzate ben altre ipotesi. Una di esse si riferisce al fatto che nello stabile accanto abita la famiglia del Tallarita, grosso spacciatore in atto detenuto nel carcere di Montelusa, disposto a collaborare. Strada facendo, i depistagi si moltiplicano, inducendo a un senso di smarrimento. Intrigante, in proposito, l’incipit del capitolo “Cinque” che mostra Montalbano conoscitore di un film del quale egli però tace il titolo. Alludendo al marinaio che ne La signora di Shangai si trova all’interno di un padiglione di Luna Park tra superfici deformate, dice a Fazio: “ ’Na vota mi capitò di vidiri ‘na pillola di Orson Welles nella quali c’era ‘na scena che si svolgiva dintra a ‘na càmmara fatta tutta di specchi e uno non accapiva cchiù indove s’attrovava, pirdiva il senso dell’orientamento e cridiva di parlari con uno che gli stava davanti mentri ‘nveci quello era darrè a lui”. Il labirinto dalla difficoltosa uscita è qui una camera di specchi le cui rifrazioni alterano la dimensione dello spazio e fanno smarrire l’esatta direzione. Il senso è chiaro: “Mi pari che con noi vonno fari lo stisso ‘ntifico joco, portarici dintra a ‘na càmmara fatta di specchi”. Intanto, il rapporto tra Montalbano e Liliana si fa stretto, confidente e più intimo. Lei vuole averlo come amico-alleato e mette in atto la tattica della seduzione in modo che tutto il paese si accorga della loro relazione. Quale lo scopo? E’ la donna perfida che vuole tendergli un tranello oppure la vittima designata da oscure trame, in cerca di protezione? La narrazione, affidata al fascino dell’erotismo non privo talora di particolari farseschi, raggiunge elevati livelli di coinvolgimento. Gradevole la caratterizzazione dei personaggi, mentre tanti equivoci si infittiscono nel gioco dell’imprevedibilità. Induce a riflettere la scrittura quando mette in moto la metodologia della ricerca entro l’intrico di domande e ipotesi formulate come in un contraddittorio tra il commissario e Fazio: insieme, perché dù teste raggiungano meglio di una. Il ritmo dei dialoghi non dà tregua, è come un fiume in piena che travolge e si allarga ad altri scenari. La scoperta di due cadaveri, il primo in una macchina trovata bruciata e, il secondo trovato sgozzato nella camera da letto dopo essere stato brutalmente violentato, lentamente porta alla soluzione del giallo. Montalbano da investigatore diventa l’accusato, ma egli sa con maestra tirarsi fuori dall’inghippo e grazie anche all’intervento di Catarella che, in fatto di computer, è un esperto. L’epilogo sconvolge ogni aspettativa, non resta che constatare, diversamente dalle attese, la frantumazione degli specchi. Non più assimilabile all’apparenza, la realtà è ora definitivamente sottratta all’inganno dei riflessi.