Il giorno che aspettiamo
- Autore: Jill Santopolo
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2017
“Il giorno che aspettiamo” (Nord, 2017, titolo originale The Light We Lost, traduzione di Barbara Ronca) è il romanzo d’esordio, diventato un caso editoriale prima della pubblicazione, dell’autrice statunitense Jill Santopopolo, laureata in Letteratura Inglese alla Columbia University e direttore editoriale della Philomel Books.
“Sono crollate le Torri Gemelle!”.
La mattina dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti viene compiuto l’attentato che ha cambiato la storia dell’era moderna. La mattina di quel fatale giorno diciannove affiliati all’organizzazione terroristica di matrice fondamentalista islamica al-Qāʿida dirottarono quattro voli civili commerciali. I terroristi fecero schiantare due degli aerei contro le Torri Nord e Sud del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli. Il terzo aereo di linea venne dirottato contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo vicino a Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che i passeggeri e i membri dell’equipaggio tentarono, senza riuscirci, di riprendere il controllo del velivolo. Negli attentati morirono 2.974 persone (alle quali si aggiunsero 24 dispersi), tra cui 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. La maggior parte delle vittime era civile; settanta le diverse nazionalità coinvolte.
Nel romanzo che si candida a diventare la Love Story del XXI Secolo e i cui diritti di traduzione sono stati venduti in più di trenta Paesi, Lucy e Gabriel (Gabe) Samson si incontrano per la prima volta proprio l’11 settembre 2001. Luogo dell’incontro l’aula del seminario del professor Kramer il quale presso la Columbia University di New York stava tenendo la consueta lezione su Shakespeare. Kramer stava spiegando il “Giulio Cesare”:
“…ci troviamo sul punto di declino. C’è una marea nelle cose degli uomini/ che, colta al flusso, mena alla fortuna;/ negletta, tutto il viaggio della vita s’incaglia su fondali di miserie./ Noi ci troviamo appunto a bordeggiare in questo mare aperto;/ sta a noi saper seguire la corrente in un momento che ci è favorevole,/ o rassegnarci a perder la partita”.
Appena appresa notizia dell’attentato Gabe aveva condotto Lucy sul tetto del dormitorio della Wien Hall (“la vista di New York che c’è qui è unica al mondo”). Qui, sopra uno degli edifici di una tra le più prestigiose e famose università al mondo, la ragazza era rimasta senza fiato. Colonne di fumo gigantesche si innalzavano dalla punta più meridionale di Manhattan. Il cielo era ormai grigio e una coltre di cenere ricopriva la città. Lucy aveva richiamato alla mente ciò che prima occupava quello spazio.
“Ho visualizzato le torri. E allora la verità mi ha colpito in tutta la sua violenza”.
Gabe dapprima aveva preso la mano di Lucy e poi con tenerezza aveva baciato la studentessa per solennizzare con questo gesto che il desiderio e la volontà di vivere vincono sempre sulla devastazione e sull’orrore.
Anche per questo che il volume è un coinvolgente romanzo sull’amore, sulla perdita, sul destino, sulle scelte individuali, sull’ambizione e sui rimpianti.
“Tu mi hai reso quella che sono. Lo sapevi questo? Sei stato tu. E l’11 settembre. La persona che sono, le scelte che ho fatto. Le devo a te. A quel giorno”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il giorno che aspettiamo
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