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In occasione dell’anniversario della morte di Madre Teresa di Calcutta vi proponiamo una celebre poesia scritta dalla religiosa, dal titolo Il giorno più bello. Una vita al servizio dei poveri quella spesa da Agnes Bojaxhiu, questo il vero nome di Madre Teresa. Anjeza, così la chiamavano, che in lingua balcanica significa “bocciolo di fiore”. E infatti quel bocciolo sarebbe fiorito: Agnes avvertì la vocazione religiosa in giovane età, dopo la morte del padre, durante la frequentazione della parrocchia gesuita del Sacro Cuore.
Dopo aver preso i voti, Agnes aveva adottato il nome di Mary Teresa in onore di Teresa di Lisieux. La fondatrice della Congregazione delle Suore Religiose della Carità moriva il 5 settembre del 1997 a Calcutta, in India, dove si era dedicata per lunghi anni alla cura dei poveri, dei malati, dei bisognosi.
Madre Teresa di Calcutta, insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1979, ci ha lasciato le sue parole che oggi possiamo leggere come un breviario laico che rappresenta un autentico insegnamento di vita. Spesso i suoi scritti sono formulati in versi sotto forma di brevi elenchi che ci illuminano riguardo le cose essenziali nella nostra esistenza: pensiamo a testi come La peggiore malattia, nel quale Madre Teresa ci parla di un male molto contemporaneo, dovuto all’alienazione della società moderna, l’assenza di amore, l’abbandono. L’amore è sempre stato l’insegnamento più costante e radicale della missionaria che in ogni suo testo ribadisce il messaggio cristiano “Ama il prossimo tuo come te stesso”. In È Natale ricordava che: È Natale ogni volta che tendi la mano.
Vediamo insieme testo e analisi della poesia Il giorno più bello, autentico breviario di vita laica.
“Il giorno più bello” di Madre Teresa di Calcutta: testo
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L’errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L’egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L’accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L’ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L’amore.
“Il giorno più bello” di Madre Teresa di Calcutta: un’analisi
I versi di Madre Teresa sono articolati in una partitura serrata di domande e risposte. Nelle risposte vengono così ad articolarsi dei comandamenti umani, non perentori, una serie articolata di affermazioni salvifiche. Potremmo leggere Il giorno più bello come un rebus da risolvere, leggendo di seguito solo le risposte troveremo il senso compiuto di ciò che stiamo cercando. La parabola umana e affettiva di Madre Teresa è racchiusa in questo breve testo, così denso di significato, che inizia con un verbo: “sbagliarsi” e si conclude con un sostantivo, “amore”. Tutta la magnifica fragilità della dimensione umana è racchiusa entro questi due estremi.
Madre Teresa era stata spedita a Calcutta per svolgere la funzione di direttrice in collegio religioso di Entally; ma quel ruolo le stava stretto, la faceva soffocare. Il suo sguardo era attratto dalla vita che si svolgeva fuori dalle mura candide dell’edificio: vedeva le baraccopoli, i bambini nudi e sporchi, i lebbrosi. Rinunciò a una vita comoda e agiata per stare dalla parte dei poveri, dei reietti, per attraversare i marciapiedi e portare l’ultima carezza di indulgenza ai moribondi. La vera Madre Teresa nasceva quel giorno, a Calcutta, quando riconobbe per la prima volta di “sbagliarsi” e decise di rinunciare all’egoismo e dedicare la propria vita all’“amore”.
Era quello Il giorno più bello nella vita di Madre Teresa e lei avrebbe raccontato a tutti coloro che avrebbe incontrato la lezione che aveva appreso, una lezione che si sarebbe diffusa -e propagata - anche sotto forma di poesia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il giorno più bello”: la poesia di Madre Teresa di Calcutta con le risposte esistenziali
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