Il giro di boa
- Autore: Andrea Camilleri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
Ne “Il giro di boa” (Palermo, Sellerio, 2003), romanzo il cui titolo è preso dal mancato rispetto di quel segnale da parte di una barca che, sfracellandosi, sperona quella della giuria, è l’attualità a fare da sfondo alla trama. La cronaca dei fatti di Genova e di Napoli del 2001 è vissuta da Montalbano in maniera angosciosa e lo penetra nel carattere, nel modo di pensare tanto da impegnarlo in riflessioni di rilevante spessore sociale. La non condivisione dell’operato delle forze di polizia mette a dura prova la sua coscienza di uomo e di cittadino. L’indignazione è estrema e la crisi psicologica, intrisa d’un profondo senso di solitudine, non gli dà tregua. Non si rassegna il nostro commissario all’idea che la polizia, oltre a falsificare prove a suo vantaggio, abbia utilizzato inaccettabili metodi di violenza e sopraffazione nei riguardi di giovani manifestanti. Si sente ormai tradito nei suoi valori di legalità e totale è la sfiducia nell’istituzione in cui egli è inserito, al punto da essere indotto a presentare le dimissioni dal servizio. Intanto, il ritrovamento d’un cadavere da lui effettuato per caso in alto mare, mentre si concede una nuotata, lo distoglie da quel suo rovello.
Un successivo episodio, apparentemente slegato dal suddetto, immergerà la narrazione in tutta una serie di episodi che dinamicamente si susseguono, suscitando nel lettore motivazioni di intensa partecipazione. Al porto di Vigàta, durante lo sbarco di clandestini, un bambino si svincola dalla propria madre. Egli, dopo averlo inseguito, riesce a prenderlo e si accorge che il piccolo lo scruta con uno sguardo implorante. Cosa gli voleva comunicare? Aveva prestato il commissario abbastanza attenzione a quegli occhi di paura e, nel contempo, di richiesta d’aiuto? Nel momento in cui la donna corre incontro al proprio figlio, si sloga una gamba e viene soccorsa da un’ambulanza che si trova sul posto. Un bambino, gli farà notare Livia, cui Montalbano racconterà l’accaduto, non sfugge mai alla madre, né tanto meno può avere paura di lei. La sua convinzione è che il bambino non volesse essere riconsegnato a lei. Quale il motivo? Era forse il peso dell’età che avanzava ad affievolire la rapida intuizione di Montalbano? Certamente nel corso della narrazione i segni dell’affaticamento fisico non mancano. Del resto, l’espressione “giro di boa” indica una svolta irreversibile. E’ la morte del piccolo, causata da un’auto pirata, che dà il via all’inchiesta, portata avanti dal nostro commissario con estrema determinazione. Viene così alla luce il mondo dell’usura, dei ricatti e delle complicità, delle finalità perverse relative agli sbarchi clandestini. L’intreccio del giallo, come di solito avviene nei romanzi di Camilleri, accoglie anche eventi apparentemente casuali che concorrono alla sua soluzione grazie alla perspicacia del commissario, pronto a saper cogliere al volo ogni segnale e situarlo con la sveltezza dei processi ideativi nelle altre tessere del puzzle. Decisivi sono infatti i dialoghi con un giornalista del nord e con Ingrid,
l’amica-confidente. Quali, e quali altre, le rivelazioni chiarificatrici? Una movimentata operazione d’attacco smaschera alla fine gli spregiudicati, mentre Salvo resta ferito alla spalla. La sua umanità raggiunge il massimo dell’ampiezza quando, prima del ricovero, vuole vedere il luogo in cui il ragazzino è stato ucciso. Preso dal rimorso, lo ricorda come un eroe per avere tentato di sfuggire ai suoi aguzzini.
“Il valente, brillante commissario Salvo Montalbano aveva pigliato per la manica quel picciliddro e, volenteroso aiutante, l’aveva consegnato ai suoi carnefici”.
Il giro di boa
Amazon.it: 9,50 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il giro di boa
Lascia il tuo commento