Il grande racconto del favoloso Oriente
- Autore: Attilio Brilli
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2020
“Impareggiabili mercanti di sogni, per lunga tradizione i viaggiatori hanno riportato dall’Oriente paesaggi abbacinanti di luce, architetture esotiche e grandiose, abbigliamenti inconsueti e pittoreschi, rarissime spezie, profumi di resine e di gomme e, sopra ogni altra cosa, voluttuose immagini femminili. Essi hanno stipato i magazzini della mente con le raffigurazioni di un mondo esotico e intensamente erotico, dispotico ed enigmatico. Se ascoltiamo Erodoto, l’aria di questo mondo leggendario è satura di intensi aromi, di incenso che sulla da piante protette da serpenti alati, di cinnamomo che alberga nei nidi di uccelli dalle ali immense, del bitume della Giudea prediletto dagli imbalsamatori”.
Comincia così, in modo immaginifico Il grande racconto del favoloso Oriente che Attilio Brilli pubblica per la collana “Grandi Illustrati” del Mulino (2020). Un volume tanto elegante quanto poderoso: oltre duecento pagine di illustrazioni a colori, e ulteriori trecento di testo, con racconti sospesi tra storia e letteratura, luoghi geografici, altri dello spirito e altri ancora leggendari. C’era da aspettarselo, considerato il tema; non lo scopro certo io: l’Oriente è dove il mondo conosciuto si sfrangia e si fa incerto. Il non-luogo dalle coordinate immense, e gli elementi fantastici spesso prevaricano il reale.
L’excursus di Attilio Brilli è, di rimando, consustanziale a tutto questo: un articolato contro-focus allo sguardo del viaggiatore che in Oriente si perde e si ritrova, si spaesa, colmando l’animo di meraviglia. Un procedere quasi random, onirico, tra tracce di storia e altre di cultura millenaria: gli harem, le architetture immaginifiche al limitare del deserto, la giungla della Cambogia, Sherazade, le rarefatte montagne del Tibet, le città sante dell’Islam, i veli sul corpo e il velo sul volto delle donne, l’erotismo tantrico e quello del Kamasutra indiano, i pellegrini del Cairo e di Damasco.
L’Oriente è una malia che naviga da mare a mare: dall’oceano indiano al mar del Giappone, e questo volume esce ora per dimostrarlo una volta per tutte e senza tema di smentita. Ancora una volta la parola spetta al suo autore. Il rapido stralcio riferisce della stupefazione che coglie i primi viaggiatori occidentali in Oriente. Al netto delle pregiudiziali colonialiste del tempo, credo possa assumersi come universale, cioè sperimentabile anche (se in parte) dal viaggiatore contemporaneo.
“Attraverso le narrazioni di tanti solerti viaggiatori, l’Europa dichiara apertamente la propria vitalità, la propria supremazia e il primato del sapere moderno relazionandosi con mondi rimasti immutati nel tempo. Nel Vicino così come nel Medio e nell’Estremo Oriente essa vede, osserva, ascolta ciò che altrove è impossibile percepire: le spore di un’identità perduta, la fragranza di un passato immutato, lo spettacolo quotidiano di una storia cristallizzata offerta al viandante che si muove nello spazio per andare a ritroso nel tempo”. (pag. 10)
Attraverso un’accurata e piacevolissima trattazione, Attilio Brilli (viaggiatore a sua volta, e grande esperto di letteratura di viaggio) ci guida insomma tra le connotazioni note e meno note di un Oriente storico più che attuale, l’Oriente dalle infinite facce e delle infinite suggestioni — mistico rifugio di spie, di agenti segreti, avventuroso covo di pirati, dimora di principi, di donne da sogno, reali e leggendari, come del resto ogni cosa a quelle latitudini esotiche e infinite. Il mondo nel mondo dove il tempo è sospeso, immobile sulle lancette millenarie di simboli e cultura.
Il grande racconto del favoloso Oriente
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