Il guerriero
- Autore: T. J. Andrews Simon Scarrow
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2024
Avanti a tutta forza nella storia dell’ultima Britannia preromana, nel I secolo dopo Cristo, tenuti saldamente per mano dal formidabile narratore Simon Scarrow, autore con T. J. Andrews del romanzo Il guerriero, tradotto dall’inglese da Donatella Semproni e pubblicato in Italia da Newton Compton (maggio 2024, collana Nuova Narrativa Newton, 384 pagine).
Warrior è una pentaserie: si tratta di ben cinque romanzi storici brevi usciti in edizione originale nel 2022-2023, e questo titolo, che traduce alla lettera quello della saga, li raccoglie tutti in altrettanti capitoli: The King in Rome (Il re a Roma), The Druid’s Lair (Il covo dei druidi), The War Prince (Il principe della guerra), Brothers of the Sword (Fratelli di spada) e Lord of War (Il Signore della guerra).
Ripassiamo la carriera di Simon Scarrow e andiamo a conoscere T. J. Andrews.
Nato nel 1962 a Lagos, in Nigeria, Scarrow si è stabilito in Inghilterra dopo aver vissuto in molti Paesi. Per anni si è diviso tra scrittura e insegnamento. È un grande esperto di storia romana e autore di serie narrative peplum. Andrews è nato nei presi di Barking Abbey e cresciuto nell’Essex, non lontano dall’antico presidio romano di Colchester, e vive a Londra. Prima di fare lo scrittore a tempo pieno, ha lavorato nell’editoria. Con Scarrow ha firmato I conquistatori e La flotta degli invincibili.
Un inquadramento storico del contesto è indispensabile, sulla traccia di quanto precisato dagli stessi autori di cui è nota la capacità di condurre trame storiche molto ben articolate. Nel caso di Scarrow, è proverbiale, si va sul sicuro: ogni titolo del nigeriano bianco, un successo.
Dall’Età del Ferro, le tribù della Britannia non hanno lasciato testimonianze scritte di leggi, costumi e cultura: gli storici devono affidarsi ai ritrovamenti archeologici e alle monete e il quadro che ne emerge è limitato. All’inizio del I secolo, alcune parti dell’isola vissero un rapido cambiamento; le tribù meridionali avevano stabilito traffici commerciali con la Gallia, ma la prosperità non portava la pace. La società celtica dava grande importanza all’eroismo individuale e le tribù principali erano in uno stato di conflitto quasi permanente, in competizione tra loro per il prestigio, la terra e la ricchezza. Le univa solo il culto druidico.
Contrariamente alle figure vestite di bianco dell’immaginario popolare, è probabile che i druidi fossero più che sacerdoti: esperti di divinazione, giudici nelle dispute tribali ed educatori dei figli dei nobili. È controverso se adottassero rituali di sacrificio umano. I romani hanno scritto resoconti truculenti di vittime bruciate vive in gigantesche strutture di vimini o uccise in sinistri boschetti sacri e su altari intrisi di sangue; quanto fossero attendibili è impossibile stabilirlo, ma rafforzavano la convinzione che la mano civilizzatrice di Roma avesse il diritto di sottomettere con ogni mezzo dei barbari arretrati.
A loro volta, i druidi avranno appreso dei boschetti sacri distrutti dai romani in Gallia, dei massacri di sacerdoti e degli editti imperiali che mettevano fuorilegge le loro pratiche rituali. Si può così pensare che tendessero a favorire le fortune politiche di chi dimostrasse maggiori possibilità di resistere alle legioni. E i Catuvellauni, la tribù più grande e potente dell’epoca, rappresentavano lo strumento più recidibile per sconfiggere gli invasori.
Il romanzo segue un cliché insolito. Pur svolgendosi nel primo trentennio del I secolo e nell’isola britanna, ha un narratore a Roma nel 61, una quarantina d’anni dopo. Mai incontrato prima in un historical, Caio Placonio Felicito è un acuto osservatore, conosce costumi e tradizioni della sua Roma imperiale sotto Nerone e vizi e difetti della gente, tanto ricca che povera. Da storico, ha completato da poco l’ultima di tante agiografie di famiglie nobili, talmente apprezzata e ben pagata dal committente che ha distribuito una copia ad ogni collega senatore.
Placonio costruisce passati leggendari iniziando invariabilmente con qualche collegamento a una figura leggendaria di Roma; può perfino ricavarne con eroi mitologici o divinità minori. Immancabili i riferimenti a momenti chiave della storia romana: stando a quanto scrive, alcuni antenati dei suoi clienti avrebbero aiutato Orazio Coclite a difendere il ponte Sublicio contro gli etruschi di Porsenna, altri sostenuto le accuse contro Tarquinio il Superbo.
In una cena affollatissima attorno a Nerone, Caio conosce un personaggio che spicca su tutti nel banchetto allestito per celebrare la vittoria di Roma sui rivoltosi in Britannia. L’ha visto sopraggiungere in ritardo, scortato verso un posto non lontano dal suo e, a giudicare dall’espressione di alcuni commensali, non sembra il benvenuto per tutti. Alto e corpulento, lunghi capelli grigi legati dietro la testa con un semplice cinturino, dimostra una cinquantina d’anni. Baffi folti e tatuaggi sbiaditi ne ornano le guance.
Un filosofo stoico che gli seduto accanto spiega a Placonio che quell’uomo viene dalla Britannia ed era il capo delle tribù che avevano conteso aspramente il terreno alle legioni che invasero l’isola durante il regno di Claudio. Ha provocato un po’ di problemi e di perdite per quasi un decennio, prima di subire la sconfitta e la deportazione a Roma, per essere giustiziato nel Foro, con la famiglia. Qui aveva convinto però il vecchio Claudio a risparmiare lui e i suoi e a concedergli una casa e una pensione, consentendo loro di trascorrere il resto della vita in esilio. Il nome? Impronunciabile, Cartaco, forse Carataco.
Lo storico è incuriosito da quell’uomo, cerca di avvicinarlo in ogni modo anche nei giorni successivi. Solo dopo tanta insistenza ottiene di poter ascoltare e annotare le memorie dell’ex re dei Catuvellauni. Ad una condizione: non divulgarle prima della morte.
I ricordi di Carataco sono questo romanzo.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il guerriero
Lascia il tuo commento