Il killer delle ballerine + L’ultimo ballo
- Autore: Stefano Tura
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Cinque cubiste delle discoteche della riviera romagnola uccise e smembrate, una sola mano omicida, dieci anni di detenzione, due per ogni delitto orribile; se la pena fosse retribuzione, i conti non tornerebbero con Fabrizio Dentice. A tornare è lui, vent’anni dopo, nel thriller d’esordio dello scrittore e giornalista Stefano Tura, volto noto della RAI, riproposto in questi giorni, con l’aggiunta di un sequel inedito, a due decenni dalla prima edizione. Il titolo del romanzo è Il Killer delle Ballerine + L’ultimo Ballo, pubblicato da La Corte Editore (febbraio 2021, 456 pagine).
Venti anni dopo, la Romagna non è più quella scintillante degli anni Novanta, tutta piadina e trasgressione piaciona, ma un cimitero di locali e di valori, dove il male non è impallato dalle insegne abbaglianti e assordato dalla musica ritmata, affiora da ombre profonde e nelle chat sui social.
Venti anni dopo, il bolognese Stefano Tura è corrispondente da Londra della televisione nazionale. Ne ha fatta di strada il cronista di nera del Carlino, non frequenta più Questure e Procure di provincia, registra servizi dalle piazze della capitale inglese, per commentare notizie dei tabloid e vicende britanniche. Se oggi è un autore apprezzato e premiato, nel 2001 debuttava in libreria, con Il killer delle ballerine, il suo primo noir e libro in assoluto, messo in breve circolazione da un altro editore e ambientato in una Romagna invasa dai turisti d’estate e quasi tutto l’anno da giovani a caccia di sballo, nelle discoteche della Riviera. Si cominciava a parlare delle malefatte della banda della Uno Bianca e delle stragi del sabato sera: ragazzi al volante strafatti di alcool e droghe, stop e semafori rossi “bruciati” per sfidare la sorte.
Dentice non uccide soltanto, squarta con un’accetta – una sua impronta è stata isolata sul manico – collezionando macabri reperti. In tribunale è stato giudicato incapace d’intendere e di volere all’atto di commettere le azioni terribili sulle cinque sventurate cubiste. Fin da giovanissimo aveva subìto abusi fisici e psicologici dal padre, mentre la madre si rifugiava in un mondo alienato di musica e ballo, incapace di difenderlo dalla furia animalesca e per allontanarsi dalla terribile realtà familiare che coinvolgeva anche la figlia minore. Fratello e sorella avevano 23 e 15 anni quando si era sgozzata con le forbici, a un mese dalla morte del marito, ubriaco alla guida contro un albero. Fino all’arrivo della polizia erano rimasti accanto al cadavere della donna in decomposizione.
Straziando quelle ragazze della disco, uccideva ogni volta la madre “ballerina”, insensibile alle sue richieste d’aiuto: solo dieci anni di pena in un ospedale psichiatrico, per vilipendio e occultamento di cadavere. Si era autoaccusato dello smembramento, ma se abbondava nei particolari sul “dopo” gli omicidi, andava in confusione sulla scelta delle vittime, sul luogo e l’arma dei delitti.
Ha 32 anni quando ottiene il permesso d’incontrarlo Luca Rambaldi, cronista, proprio come Stefano Tura. Lavora in un quotidiano di Forlì, ma l’iniziativa ha motivazioni personali: era legato a una delle ragazze, Martina, l’unica trovata decapitata ma con gli arti non tranciati.
Durante il colloquio nell’ospedale psichiatrico, Dentice sembra provato dai sedativi e dalla privazione dell’aria aperta. Qualcosa non quadra agli occhi del giornalista: la rabbia con cui parla delle ballerine, l’improvvisa calma successiva, il non ricordare particolari sulle ragazze e quante ne abbia uccise, l’aggiungere il racconto di un delitto in un parcheggio e gli accenni alla boutique di intimo-mare aperta a Riccione con alcuni viados.
Luca non vuole sfruttare professionalmente il contatto, trova scuse col direttore per non scrivere articoli. Cerca solo la verità, la deve a Martina.
L’opinione pubblica odia Dentice, ma c’è chi lo considera vittima di una giustizia frettolosa, tanto più quando una lama si rimette in azione nella discoteca più alla moda di Rimini, durante un “killer party”. La gente affolla i locali in cui lavoravano le vittime, è il turismo dell’orrore.
Non è solo Luca a mettersi alla ricerca della verità, anche il vicequestore Sacchi, la cubista Carmen e la transgender Samantha. Venti anni dopo riprendono delitti analoghi: il killer del mondo della notte è tornato?
Una trama coinvolgente, che non deluderà i palati thriller più esigenti. Due libri in uno e Tura non ha voluto rivedere la stesura originale del romanzo, pur “vecchia” di due decenni. Scelta coraggiosa, perché non corregge l’inesperienza fisiologica dell’allora romanziere esordiente ma la rivaluta nel confronto con il seguito, redatto da romanziere senior. Evidentemente è un altro romanzo, in un’altra Rimini, sempre bella ma orientata verso un turismo marketing addicted, meno ruspante e popolare e corrosa da tensioni estranee alla bonarietà romagnola: egoismo, intolleranza razzismo.
Resta intatta quindi la versione giovanilmente noir, anche se la stoffa dello scrittore di successo si vede già tutta, ribadita dalla “mano” oggi più matura ed evoluta.
Si ritrovano nel sequel personaggi del primo romanzo e altri si mettono in evidenza. Nel noir 2001 esordiva Alvaro Gerace, un poliziotto decisamente fuori dal coro ma dotato delle qualità che tutti vorrebbero in un uomo di legge, a cominciare dall’alto senso della giustizia. Nel nuovo, va segnalata la figura, senza precedenti, di un agente prima infiltrato tra i viados e ora vero transgender.
Soprattutto, è protagonista ancora Rimini, con quel tanto di amaro che non può che provare chi l’abbia frequentata venti anni prima.
Il killer delle ballerine-L'ultimo ballo
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il killer delle ballerine + L’ultimo ballo
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