Il lago di Banana Yoshimoto

“Il lago”, di Banana Yoshimoto, è un libro scritto nel 2005 ma tradotto e pubblicato in italiano solo nel 2015. È una storia apparentemente semplice, in cui una ragazza affronta un amore delicato e particolare dopo essersi trasferita a Tōkyō e aver perso la madre. Lavora come grafica e ha l’incarico di realizzare un murales per una scuola; la scuola e il muro su cui realizza il dipinto potrebbero essere demoliti. La ragazza cerca di salvare il murales e la sua nascente storia d’amore.

Dalla finestra di casa inizia, infatti, a vedere un ragazzo col quale, pian piano, entra in confidenza, fino a frequentarlo assiduamente. La ragazza ha deciso di vivere nella metropoli giapponese per superare il dolore della morte della madre e l’angustia della vita di provincia.

“Forse la mamma e il papà non se ne renderanno conto, ma io credo che portassero delle catene ai piedi, catene che li legavano a quel posto”.

La sua è, oltretutto, una famiglia atipica:

“La mamma mi mise al mondo senza che lei e mio padre fossero sposati. Lui era il presidente di una piccola azienda di import-export in una cittadina appena fuori Tōkyō, lei la bella mama-san di un club esclusivo nella zona più animata di quella cittadina in periferia. Una sera un socio d’affari di mio padre lo trascinò nel club, e lui s’innamorò di mia madre al primo sguardo”.

La sua ricerca d’amore coincide con quella del ragazzo, che è un giovane ricercatore di medicina. I due ragazzi portano delle ferite interiori ma tra loro nasce un sentimento autentico, delicato e profondo, capace di affrontare le sfide dei segreti del vissuto personale. Le storie dei due ragazzi rimangono sullo sfondo della vicenda come presenze importanti ma sfumate, rappresentano episodi traumatici vissuti con la delicata intelligenza di chi vuole continuare a vivere con dignità e pienezza la propria esistenza. Sullo sfondo della storia d’amore c’è anche un bellissimo e misterioso lago. Così, infatti, riflette la protagonista pensando al suo ragazzo

“Magari aveva intenzione di internarsi di nuovo in casa per entrare in uno dei suoi periodi di studio matto? Se così fosse, potrei solo fargli visita di tanto in tanto, per verificare che sia ancora in piedi, pensai. Il flusso dei miei pensieri era rapido e limpido come il vento sulla superficie del lago. Come se fossero gli stessi da sempre”.