Il libro illustrato del giardino
- Autore: Vita Sackville-West
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2013
“Un sepalo, un petalo e una spina in un comune mattino d’estate, un fiasco di rugiada, un’ape o due, una brezza, un frullo in mezzo agli alberi, - Ed io sono una rosa!”.
La baronessa Vita Victoria Mary Sackville - West (Knole House, 9 marzo 1892 – Castello di Sissinghurst, 2 giugno 1962), nel suo splendido giardino del castello di Sissinghurst nel Kent coltivava ben 123 varietà di rose e siamo sicuri che l’autrice di questi versi Emily Dickinson sarebbe rimasta incantata da tanta magnificenza floreale.
Questo delizioso libro – oggetto a cura di Robin Lane Fox (“è stato per me particolarmente piacevole compilare e rivedere una nuova raccolta”), impreziosito dalle raffinate illustrazioni colorate di Freda Titford con foto realizzate a Sissinghurst da Ken Kirkwood, contiene una raccolta selezionata degli articoli sul giardinaggio che Vita Sackville – West per quasi 15 anni, dal 1946 al 1961, scrisse sul periodico britannico The Observer. Una rubrica settimanale redatta da una donna che si considerava un’autodidatta e che invece divenne un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli appassionati floricoltori.
“Nessun giardiniere potrebbe essere un giardiniere se non vivesse nella speranza”.
La botanica in erba non aveva mai ricevuto una preparazione specifica, giacché aveva imparato facendo domande, leggendo e sperimentando, eppure nel 1955 Vita ebbe il grande onore di vedersi assegnare la Veitch Memorial Medal dalla Royal Horticultural Society.
“Chi scrive di questo argomento deve possedere due qualità particolari: sapersi occupare del giardino e saper scrivere”.
E Vita, fin da giovane era stata poetessa (il suo poema The Land vinse l’Hawthornden Prize nel 1927), scrittrice di romanzi e biografie. Inoltre la baronessa, famosa per la sua tempestosa relazione con Vanessa Woolf, insieme al marito Harold Nicolson diplomatico, giornalista, membro del Parlamento e autore di biografie e racconti, aveva creato il grande giardino di Sissinghurst Castle. Uno dei più amati giardini d’Inghilterra che richiama visitatori da tutto il mondo, composto da più stanze, ognuna caratterizzata da un colore o da un tema circondate da alte siepi, ora gestito e curato dal National Trust. Attualmente sono circa 200mila gli ospiti all’anno che al tempo di Vita e Harold venivano da loro chiamati scellinatori, perché i visitatori paganti entravano nel parco delle meraviglie spendendo uno scellino a testa. Lady Nicolson talvolta si fermava a parlare con gli scellinatori i quali non mancavano di rivolgerle qualche domanda. Del resto Sissinghurst, come scriveva lo stesso Nicolson offriva
“una successione di luoghi raccolti: il giardino d’ingresso, il primo arco, il cortile principale, l’arco della torre, il prato, il frutteto. Tutta una serie di posti appartati che danno l’impressione di una ininterrotta fuga dal mondo...”.
I tanti lettori di Vita sapevano quindi che chi scriveva con uno stile diretto ma arricchito di metafore letterarie e “pervaso da un raffinato tono sentimentale” aveva personalmente sperimentato le idee proposte. Per questo i lettori entusiasti le spedivano le loro sementi, le loro idee e i loro regali. A sua volta Vita ricambiava con l’invio di altre piante e la baronessa che amava l’origine delle piante e alla quale erano cari termini disusati ed espressivi, veniva ringraziata con frasi romantiche del tipo
“ricevere una rosa da una grande poetessa, mentre la luce del primo sole illumina la tavola del mattino, è un’esperienza deliziosa”.
La miscellanea scritta in forma di diario è divisa nei dodici mesi dell’anno. “Luglio”: “... è interessante creare giardini di un solo colore...” come un fresco giardino bianco. “Mi piace definirlo con il vecchio termine garth, che significa piccolo appezzamento racchiuso...”. Può sembrare strano ma la Sackville - West sosteneva che non le piacesse scrivere quegli articoli (“magica lezione su come guardare i fiori da vicino”) da lei chiamati coserelle, Vita disse candidamente di farlo per denaro perché 15 ghinee alla settimana negli anni Cinquanta del dopoguerra britannico erano un bella somma. Di queste coserelle furono pubblicate quattro raccolte più volte ristampate nel corso degli anni.
Il curatore del volume, storico inglese e corrispondente botanico per il Financial Times, nell’Introduzione dell’apprezzabile manuale precisa che ha composto questo libro con gli articoli originali dell’Observer
“aggiornando qualche nome di specie, modificando una frase oppure un riferimento ormai superato e, talvolta, riunendo due pezzi diversi per completare il discorso sulla stessa pianta”.
I giardini di Vita come i suoi articoli “che traducono in parole esperienze altrimenti solitarie” erano il riflesso della sua esperienza personale con la quale i botanici o i giardinieri più esperti non sempre potevano competere. “Possiedo un mirto che cresce sul muro...”. La rubrica della baronessa, infatti, non solo era letta dagli appassionati del settore botanico ma anche “da migliaia di speranzosi compagni di viaggio cui piaceva soltanto accarezzare un bel sogno”.
Fa bene allo spirito leggere gli articoli della poetessa Lady Nicolson (che “cambiarono il volto dei giardini inglesi”), la quale possedeva una grande immaginazione, requisito fondamentale per conferire al giardino un’aria di felice casualità e di apparente dolcezza naturale.
“Per fare un prato occorrono un trifoglio e un’ape/ Un trifoglio e un’ape/ E immaginazione/ L’immaginazione da sola basterà/Se le api sono poche”. Emily Dickinson.
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