Il libro maledetto del Cardinale. Le indagini di Ercole Visconti
- Autore: Pierpaolo Brunoldi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
“Sono Pierpaolo Brunoldi, immagino mondi”. Il veterinario scrittore lombardo ha già appassionato i lettori con i suoi medieval thriller ammantati di mistero. La vena della buona scrittura non sembra essersi inaridita, considerato il nuovo giallo storico a tinte forti, Il libro maledetto del Cardinale. Le indagini di Ercole Visconti, proposto a febbraio da Newton Compton (2022, collana Nuova Narrativa Newton, 320 pagine).
Per la casa editrice romana, a quattro mani con l’amico attore e regista Antonio Santoro, ha pubblicato in precedenza La fortezza del castigo (2018), Il monastero delle nebbie (2019) e La profezia del tempio perduto (2020), tutte historical fiction ambientate nei secoli bui e a loro volta oscurate da intrighi e violenze, ma illuminate da una sapiente capacità narrativa della coppia di coautori. Bestselleristi, così li definiscono in giro nel web. E questo la dice lunga sul loro peso nel mercato editoriale.
Elevato al quadrato con Santoro, Brunoldi è “top di gamma”, direbbe del corregionale varesino il Milanese Imbruttito. Anche da solo però non perde un colpo, si conferma votato al thriller storico correttamente inquadrato nell’epoca di riferimento, ricco di colpi di scena e di ribaltamenti, come si addice ai giallo-tenebra di classe.
Che Pierpaolo non possa passare inosservato diventa evidente dando una scorsa alle biografie sui social e sul suo sito (www.pierpaolobrunoldi.com). Si presenta nato in provincia di Varese prima dei cellulari e di Facebook. Confessa d’avere perso in breve diottrie e considerazione sociale, praticando la lettura invece del gioco e delle relazioni. Va detto però che si è rifatto col tempo, cercando di accostare ambiti inconciliabili: laurea in veterinaria e diploma di recitazione nei Teatri Possibili di Milano, sempre alla ricerca di un equilibrio instabile tra scienza e creatività. Tuttora è intenzionato a percorrere fino allo stremo delle forze un personale e atipico itinerario lastricato di parole, immagini ed emozioni. Dalla tesi - la prima in Italia sui cani da ricerca di sopravvissuti – alla narrativa il passo è tutt’altro che un oplà, tranne che per lui. E si è ripetuto, dal master in medicina legale forense a quello in sceneggiatura.
I suoi primi racconti vengono pubblicati e meritano segnalazioni e menzioni. Poi, la libreria personale di oltre cinquemila volumi e riviste si arricchisce dei suoi romanzi. Si dichiara sostenitore dell’assioma “l’umiltà nel copiare è la dote dei geni”.
Ma veniamo al romanzo attuale. Nella Milano del Cinquecento si aggira uno spietato assassino, si legge in copertina. Una vittima è precipitata da un cornicione di Villa Simonetta, dopo aver lottato in altocontro qualcuno nell’ombra, gridando: “Demone maledetto, vattene! Farò quello che vuoi, ma lasciami!”. Era Juan de Montenegro, nipote del cancelliere del governatore spagnolo.
Sempre nella Milano del Cinquecento, 1576 per la precisione, il padrone delle anime che la popolano è il vescovo, cardinale Carlo Borromeo. A parole è benvoluto e stimato, a denti stretti tutti lo temono e si guardano dai suoi sgherri. Esercita risolutamente il potere della sua famiglia, amministra col pugno di ferro e ricorre a ogni mezzo, lecito o meno, per tenere sottomessi i milanesi. Con la sua sbirraglia, più che un santo ricorda Sua Eminenza di Dumas.
Ercole Visconti è terrorizzato dalla convocazione presso il Borromeo. Il potentissimo è il suo “assassino”: con punitiva determinazione il religioso ha “ucciso” il giovane medico promettente e suo consigliere, vale a dire quello che Ercole era nella vita precedente, prima che il cardinale gliela sottraesse, costringendolo all’esilio, a vagare randagio, a vivere di espedienti e gioco d’azzardo.
Ora ha bisogno del suo impegno, non come medico, ma di uomo intelligente e capace. In cambio è disposto a riabilitarlo. Una settimana dopo la morte di Montenegro, un prete è stato trovato agonizzante davanti alla chiesa del Santo Sepolcro. Occhi sbarrati, terrore nel volto. Le ultime parole invocavano una morte benedetta, che lo proteggesse dagli artigli del diavolo.
Di nuovo un demone, ma Ercole non deve occuparsene, gli tocca soltanto trovare una donna, una bella giovane bionda che in entrambi gli episodi è stata vista sul posto. Se le donne non uccidono in modo tanto feroce, le donne servono, sono strumenti di perdizione e rovina, secondo il cardinale. È per la relazione clandestina con la nobile Francesca che Visconti è finito in disgrazia. Pare che non sia ancora monaca professa. C’è una speranza... Accetta.
D’accordo con l’autore, possiamo concludere che questo romanzo è prima di tutto un omaggio a Milano, riscoperta dopo avervi trascorso gli anni in cui studiava veterinaria. La trama riflette i luoghi e cerca di metterne in risalto i possibili chiaroscuri. L’età decadente del governatorato spagnolo e della Controriforma sembra perfetta, tanto piena di ombre. Molti i personaggi storici dell’epoca che ricorrono anche nella vicenda noir: l’inventore Janello Torriani col collaboratore Sigismondo da Ferrara, il tipografo Antonio degli Antonii, l’inquisitore Giovanni Battista Chiavenna. Tra quelli femminili, la contessa Clelia Simonetta e le monache del monastero Maggiore.
C’è la peste intorno a Milano, non è quella del Manzoni e il Borromeo non è il pio cardinal Federigo del 1600, ma che bella la storia in mano al dott. Brunoldi, che sa di scienze e ha tanto da dire di lettere.
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