Il libro segreto del Graal
- Autore: Fabio Delizzos
- Genere: Avventura
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2015
Che il Graal finisca in buone mani. Ma poi questa reliquia cos’è?
Massacri, violenze, roghi, torture, tradimenti. Non sono pagine rilassanti quelle del nuovo romanzo di Fabio Delizzos, ma non ci si faccia ingannare dalla brutalità di un contesto sanguinoso come la crociata di Innocenzo III contro i Catari, nel 1209, in Provenza, perché “Il libro segreto del Graal” (Newton Compton, 426 pagine 9,90 euro) racconta una vicenda di sentimenti positivi e di valori. Una storia edificante, alla fine dei conti, con un costante retrogusto eroico e un finale tutt’altro che catastrofico, ben governato dallo scrittore torinese, cresciuto in Sardegna e residente a Roma.
E’ un episodio storico trascurato quello della persecuzione degli eretici albigesi (Catari) che rifiutavano i beni materiali e i piaceri della carne, seguendo una dottrina di rigorosa povertà e carità, disapprovata dalla Chiesa. Fabio Delizzos è molto bravo a condurre la narrazione in un periodo di crudeltà e fanatismi. È uno scrittore che si documenta a fondo sui tempi e i luoghi che affronterà nei romanzi - dice di aver vissuto per un anno e mezzo nel XIII secolo, per realizzare il libro - la sua voglia di conoscere si trasmette in maniera contagiosa. In appendice, una bibliografia suggerisce approfondimenti e verifiche sul medioevo, sui Catari, la figura di Gesù, specialmente sul Graal, oggetto del desiderio di tutti nella vicenda. È un simbolo che può rappresentare più di una cosa, altre verità. Con le Crociate, si è aperto un vaso di Pandora in Terrasanta, da cui arrivavano reperti, documenti antichi, innumerevoli reliquie. Qui c’è anche il sudario della risurrezione, la Sindone. Non mancano funghi prodigiosi e balsami rigeneranti, come il sacro haoma, che può anche essere ingerito e ha il potere di far regredire il male nel corpo (il Salvatore sapeva come usarlo).
Tanti personaggi si muovono, armati e non. Pius di Rossocuore ha partecipato all’ultima Crociata, lo considerano un cavaliere miscredente, ma nessuno ha il coraggio di dirglielo. È abile con ogni arma ed ha un cavallo straordinario: Dragonero. Spasima per Iselda di Occitania, che era la signora del buio, ora pensa di esserne la schiava: è affetta da avversione alla luce, il sole le brucia la pelle. Vive circondata da spesse tende nere, accusata di essere un’eretica ribelle, chiunque può trattarla come un rifiuto dell’infermo.
Cremazione del reo vivo, il rogo: ecco la punizione per i Catari, ma in tempi di giustizia così sbrigativa, anche i carnefici devono guardarsi dai capovolgimenti, basta poco per finire dalla parte sbagliata delle fiamme.
Tra i buoni c’è un cavaliere con un lungo mantello bianco e una croce rossa sulla spalla destra. È Cercamon, templare inviato dal gran maestro a prendere in consegna da un anziano cataro di Besiers una reliquia avvolta in un telo di lino, grande come un infante. C’è anche Gisone, umile stalliere, figlio però di un cavaliere morto in Palestina. Sedici anni, ragazzo leale, merita un futuro degno del suo coraggio, magari con Alasia, damigella erede del conte Tommaso di Moriana-Savoia: il suo cuore batte per lei.
Tra i cattivi, l’avversario di Pius, Ervan de Flo, altri malintenzionati e soprattutto il vescovo Galfridus, malfidato, dedito a traffici demoniaci e rapitore di povere fanciulle. Simula riti magici per convincere il conte a sequestrare i beni dell’eretica Iselda e affidarli alla Chiesa, al vescovo, a lui.
Si fa in tempo a seguire una malsana partita di scacchi viventi, ad ogni mossa le pedine indicate devono combattersi ed oltre al sanguinoso sacco di Besiers (20mila Catari trucidati), si vedono i Tafur assaltare rocche e scannare. Sono selvaggi cristiani siriani assetati di sangue, importati come orde da scatenare brutalmente. Sono cannibali, li chiamano saccofori, perché vestono di sacco. Dalla tribù si distinguerà Margherita, lei è molto diversa.
Pius è un abile guerriero ma ama anche i libri. Per un cavaliere che deve seguire la via dell’onore, è meglio agire bene che sapere, ma ricorda che il sapere precede sempre l’agire, lo aveva ammonito il padre.
Una trama ampia, un romanzo arioso, pieno d’azione, compreso un duello di giustizia tra Pius ed Ervan. Per dirla con Delizzos, è una storia di autentica redenzione per i buoni, con un epilogo luminoso come il Graal, talmente sfolgorante, a detta di Chretien de Troyes, cantore medievale del ciclo cavalleresco bretone, da far sembrare spente le candele vicine.
Resta valido l’insegnamento dei genitori di Fabio: il denaro speso in libri non è mai sprecato.
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