Il limone lunare
- Autore: Danilo Dolci
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Laterza
Il percorso poetico di Danilo Dolci ha inizio con la raccolta “Il limone lunare” (Laterza, Bari, 1970), opera basata sulla fondamentale linea espressiva e ideologico-esistenziale e da essa, egli trarrà spunti notevoli per le successive produzioni. La poesia iniziale è una dichiarazione di poetica sull’esercizio delle umane potenzialità. Ecco i primi versi:
“Se l’occhio, non vede, / se la pelle non tocca, non sa, / se l’uomo non immagina, si spegne”.
La sua poesia si muove per un’esigenza d’approfondimento in campo etico-sociale. Ne deriva una innervatura terragna e magica nello stesso tempo. C’è una tensione intellettuale in tutto questo che si fa lirica sofferta. Il poeta si sente
“come un limone lunare / che non riposa mai”.
Bella l’immagine della luna che partecipa al destino della natura nel ritmo di morte e rinascita: a guardare una pianta di limoni lunari non pare mai inverno. L’aspirazione è all’armonia, alla risoluzione dei conflitti in chiave liberatoria, ad uno stato catartico affidato a una parola poetica meditativa e immaginifica. Danilo Dolci ha fiducia nelle organizzazioni comunitarie. Egli scrive:
“Essendo solo, uno è sbandato”.
Il metodo è quello educativo orientato a costruire la valorizzazione di ognuno, menti critiche capaci di documentarsi e di denunciare ogni sorta di sopruso. Animare le coscienze mette in moto energie:
“È vero: chi lo ferma il vasto fiume / della povera gente malcontenta / quando si muove cosciente e decisa? // Ma anche una marcia non basta. // Rivoluzione è muoversi ogni giorno, / ora per ora, è organico impegnarsi / a un cambiamento rapido e profondo / per l’interesse vero della gente: / è il risultato di un lungo amore”.
La sua versatilità espressiva assume il tono e il taglio pedagogico integrato da un’ispirazione sentimentale delicata da cui affiora il mito del sogno come costruzione di mondi nuovi. Scorrendo le folte pagine, laddove egli parla di educazione, leggiamo:
“Ciascuno cresce solo se sognato”.
Il sogno dunque come progetto di vita, ed egli ne avverte l’urgenza:
“...alla mia gente è urgente sperimentare il proprio cambiamento”.
Le possibilità sono nel senso più pieno e positivo e si realizzano quando ogni minima scoperta di un nuovo punto di vista, cercando anche nell’intimo, allontana dai limiti:
“Puoi scoprire, cercando per un giorno / quanto non hai appreso in una vita: ogni volta che cerchi intensamente dentro di te, / o in quanto trovi fuori / - non arrivi soltanto alla tua pelle -, / un nuovo lampo / ti alimenta e allontana i nostri limiti”.
Siamo così nel motivo conduttore dei versi: il sognare gli altri in un determinato tempo e spazio, attivando l’immaginazione con la consapevolezza che è possibile cambiare la realtà attraverso il dialogo e lo scambio reciproco. È la speranza il messaggio di Danilo Dolci: quella dell’agire illuminato, elaborando utili progetti. L’assoluta chiarezza di cui egli parla si pone come antidoto al banale
“che invischia e incrosta”
e a una visione privatistica della vita. La rappresentazione è eco-sistemica:
“Nel disegno del mosaico, una tessera / è soltanto una tessera /e ha un senso solo nell’accostamento / con tutte le altre tessere: è pur vero / per la vita di ognuno / ma ogni giorno è già tutto, ogni giornata / è già una vita”.
L’insegnamento è attuale: poesia è progettualità altra rispetto alle immagini della comunicazione di massa. Si è troppo vaneggiato sul suo distacco dalla realtà; in Danilo Dolci teoria e prassi vanno a braccio dal pulsare di emozioni nel giorno che si vive e dentro le vibrazioni dell’universo.
Il limone lunare.
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