Il maestro di Regalpetra. Vita e opere di Leonardo Sciascia
- Autore: Leonardo Sciascia Matteo Collura
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2019
A Leonardo Sciascia Matteo Collura ha rivolto attenzione, dando alle stampe un’opera, che, oltre a essere l’espressione di “un’amicizia totale quanto discreta, sviluppatasi nel corso di un ventennio”, manifesta l’esito di un’indagine organica sulla vita e le opere “di un uomo tra i più colti e raffinati di questo secolo”. Il libro, metaforicamente intitolato Il maestro di Regalpetra e sottotitolato Vita e opere di Leonardo Sciascia (pubblicato da Longanesi nel 1996 e riedito nel 2019 per La nave di Teseo), è sorretto da un’ampia architettura. A chiarirne lo scopo è nell’Introduzione lo stesso autore:
"Perché Sciascia è diventato lo scrittore che sappiamo? E qual è stata la molla iniziale? Ho scritto questo libro per rintracciare i punti eminenti di vita di un uomo tra i più colti e raffinati di questo secolo, formatosi – e questo andava indagato, perché ha dello straordinario – nell’angolo più povero dell’Italia più povera, violenta e dimenticata. Vero è che nella Sicilia di Sciascia erano già nati Pirandello, Quasimodo, Brancati e Vittorini, ma è altrettanto vero che Leonardo Sciascia, contrariamente a loro, non si è mai allontanato dalla terra d’origine (mai per più di un mese di seguito), e anzi ne ha fatto punto di osservazione ideale, addirittura una metafora del mondo".
Collura tende a un discorso efficace, punta lo sguardo in profondità, conduce la sua pacata e misurata scrittura a risposte su interrogativi fortemente speculativi. L’immagine della Sicilia occidentale, al tempo della nascita di Sciascia, nettamente si staglia nel secondo capitolo. Vi sono tutti gli elementi del dramma sociale: la gestione del territorio voluta da una o più famiglie, l’assenza dello Stato, lo sfruttamento degli zolfatari. E quel contesto, pieno di inquietudini, come per Pirandello, anche per Sciascia ha costituito la molla iniziale della scrittura. Come a dire che i condizionamenti ambientali incidono positivamente o negativamente sulla formazione della personalità: la cultura dell’appartenenza – nella fattispecie la realtà della zolfara –, intesa come avventura, porta dunque certi uomini a essere gli scrittori che poi diventano, annota Collura.
L’indagine, portata avanti in questo volume, da cui non si può prescindere per avviare un discorso sull’itinerario di Sciascia, ha un andamento narrativo che felicemente raccorda i dati biografici con le opere, in modo da offrire un ampio quadro dei fattori che hanno influito sull’uomo e sullo scrittore. Anche le testimonianze e gli aneddoti hanno il loro peso e il loro senso. E, parimenti, risultano scandagliati i brani autobiografici, le letture giovanili, le amicizie, il modo di rapportarsi agli scolari per conoscerli e catturarne gli interessi, nonché la passione per il cinema (da Sciascia visto come insostituibile apprendistato da affiancare ai libri, anzi a dar più significato e forza alla loro lettura). I misteri e i veleni del palazzo della politica negli anni del terrorismo, l’infittirsi dei delitti mafiosi, l’isolamento degli uomini chiave nella lotta alle cosche sono aspetti centrali della ricostruzione biobibliografica.
In una situazione sempre più avviata alla totale perdita della verità, prende corpo la presenza di Sciascia sui temi della giustizia e della mafia, sull’umana solidarietà e sulla morte. La memoria e il futuro sono le parole che Collura evidenzia alla fine del percorso, perché, fra questi due termini, amati dall’eretico combattente, si tendono l’oscurità della storia e la moralità della ragione. Così la letteratura, narrazione e poesia, autobiografia e strumento di protesta civile, operetta morale e saggio storico, testimonianza e apologo fantapolitico, pamphlet e dramma satirico, si pone come irrinunciabile mezzo di orientamento della coscienza. In sostanza, il lavoro di Collura non è il risultato di un lavoro accademico che potrebbe essere noioso a leggersi; ha forma e trama narrativa il suo procedimento tanto affabulatorio quanto rigorosamente scientifico. Va considerato un romanzo, come egli stesso dice, un romanzo della vita di Leonardo Sciascia:
"Una vita – nonostante le apparenze e il proverbiale riserbo dello scrittore – tutt’altro che "banale", da travet della letteratura; un’esistenza che si può definire, al contrario, drammatica e che può non avere avuto influenza sulle sue opere".
Uomo dalle pacifiche abitudini casalinghe, Sciascia scrittore è l’eretico della parola, l’anticonformista instancabile che dà battaglia in un Paese di opportunisti al servizio del vincitore di turno. Collura ne fa luce attraverso le opere in cui le eresie sono disseminate, e via via ricompone il ritratto di un "moralista" impareggiabile. La dimensione civile non viene disgiunta da quella letteraria: sicché, è la letteratura a restare l’unica forma di verità possibile. Ne risulta così “un compiuto ritratto umano e letterario”, elaborato attraverso la piena conoscenza delle fonti: usando, cioè, le parole stesse di Leonardo Sciascia.
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