Il mare
- Autore: John Banville
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2007
Vivere la morte di una persona cara è un modo per lasciare spazio ai ricordi, anche quelli più segreti. Un lutto da elaborare per Max Morden e la difficoltà di continuare a vivere senza Anna:
"portiamo i morti con noi solo fino a quando moriamo a nostra volta".
Un romanzo lirico, sofferto, commovente è Il mare (Guanda, 2007, trad. E. Kampmann), un viaggio nella memoria il cui protagonista narrerà la sua storia tra il presente e il passato. Max è un critico d’arte e decide di ritornare nella casa sul mare, quella della sua infanzia, dei bagni di mare, delle nuotate, del suo primo amore, dei primi baci e degli anni trascorsi con la moglie. Aveva saputo descrivere nel suo lavoro artisti quali Vermeer e amato i grandi maestri del Rinascimento italiano, come Michelangelo, i cui dipinti fin dall’adolescenza avevano catturato la sua fantasia, facendogli immaginare l’amore e l’eros degli esseri celestiali dell’olimpo. Ora, al cospetto del dolore, si rende conto di aver vissuto solo nel passato, un grande rifugio nel quale stare nascosto che lo faceva sentire protetto.
Il mare con i suoi flussi è la sua memoria; l’oceano irlandese con i colori, con le onde e le maree fa riemergere il passato e annegare il presente. La luce diviene grigia con il muro di nuvole, il silenzio ha un che di particolare, e la casa, ormai vuota, sembra un’immensa camera a eco.
"Bevo come una spugna come uno che da poco ha perso la moglie, come una persona di scarso talento ingrigita dagli anni, insicura e smarrita e bisognosa della consolazione della breve tregua concessa dall’alcool. Dopo la morte di Anna ovunque andassi venivo scortato, assecondato, fatto oggetto di un’attenzione speciale, mi ritrovavo circondato dal silenzio quando stavo in mezzo alle persone e così mi chiudevo in un mutismo meditabondo."
È tornato in autunno, il tempo migliore per lavorare, ma i ricordi e i fantasmi della sua vita sono tutti lì ad attenderlo. Le villeggiatura d’estate con i genitori: il padre, eccellente nuotatore e la madre che sceglieva una piccola spiaggia lontano dagli sguardi dei turisti. I Grace con i loro due figli gemelli, Chloe e Myles e la giovane tata. E quel segreto tenuto nascosto per tanti anni. Max è seduto alla scrivania, sprofondato nelle parole, ha il lavoro da svolgere: una monografia su Bonnard, il grande pittore delle bellezze al bagno come soleva chiamarlo Anna sogghignando. Quando si ammalò prese l’abitudine di fare lunghi bagni che la calmassero, proprio come le protagoniste dei dipinti.
Max non aveva voluto accettare la sua condizione, non doveva succedere a lei, a loro. Non sopportava la consapevolezza di quello che sarebbe successo, convivere con la morte. Anna, dal suo canto, non voleva che si sapesse della sua malattia, celata anche a Claire, loro figlia. A rivelarla ne sentiva la paura, la stessa che il protagonista viveva nel vederla raggomitolata, smarrita di notte, il momento peggiore nel quale l’angoscia del giorno si posava dentro di lei.
“In quelle infinite notti, distesi a fianco a fianco nel buio, cercavamo scampo da un presente insopportabile nell’unico tempo possibile, il passato."
La sua vita ora è li, in quel tempo da lui cercato e voluto per dipanare i ricordi, i segreti più oscuri della sua giovinezza, e raccontare il suo dolore. Il mare, con le piccole allusione letterarie ai grandi maestri amati dall’autore, Joyce, Beckett e Proust, è un emozionante romanzo sull’amore perduto, sul rimpianto, sulla delicata condizione del sopravvissuto, le cui parole Banville ha sapientemente ricercato per attraversare l’animo umano e narrare l’inesprimibile, il dolore più profondo.
Il mare
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