Il mare non aspetta. Viaggio emotivo in Norvegia
- Autore: Valentina Fortichiari
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Un intenso legame affettivo tra una figlia e un padre, la cui storia è racchiusa in uno scrigno Il mare non aspetta. Viaggio emotivo in Norvegia (Oligo, 2024), dal colore tenue di una copertina elegante e la bellezza di una foto del mare del Nord.
Un racconto lirico, a tratti struggente e malinconico dell’amore di Arya verso suo padre con sullo sfondo il mare, l’acqua che unisce i due protagonisti amanti del nuoto.
Valentina Fortichiari, milanese, nome noto nel mondo editoriale dove lavora da sempre, scrittrice e traduttrice, curatrice delle opere di Guido Morselli e di Cesare Zavattini, è anche una nuotatrice, e al nuoto ha dedicato alcune sue opere.
Arya racconta la sua storia di bambina abbandonata dalla madre, e della donna che è poi diventata, vincolata dal rapporto con il padre.
Un “commovente memoir”, scrive Francesco Permunian nella prefazione al libro, nel quale attraverso le parole del poeta Valentino Zeichen:
“Dove le impronte di quel lesto e disordinato sparire delle cose?”
L’autrice orienta il lettore verso quel nucleo di amore e sperdimento equamente condivisi da un padre e una figlia entrambi segnati dall’abbandono della medesima persona, della moglie e della madre.
“È lo specchio della capacità dell’autrice di scivolare in perfetto equilibrio sopra il flusso tumultuoso delle parole, sopra le onde sempre mobili della scrittura.”
Il volto di Arya bambina era stato disegnato dal padre anni prima della sua nascita e conservato tra le pagine del libro Guerra e pace che i genitori amavano leggere di sera. I ricordi incidono solchi netti nella memoria, racconta la protagonista, e i luoghi della sua infanzia erano legati alla luce, ai riflessi nelle ore del giorno. Fin da piccola in Norvegia nell’assenza di luce durante il lungo inverno, riusciva a penetrare il buio e a vedere in fondo il più piccolo e debole bagliore, come il bianco, “gonfio di neve”, che schiariva la notte.
Ma la vera bellezza era l’acqua delle coste, dei fiordi, che mutava perennemente e “nutriva l’irrequietezza del pensiero”.
Nuotare era per Arya e il padre un rito di appartenenza. Un dono che le aveva trasmesso coraggio e forza di volontà.
Insieme alla bellezza dei libri; lei, bambina precoce aveva iniziato a leggere molto presto cercando i libri del padre per costruirsi il suo mondo. Gli affetti quando li hai ancora vicini rendono felice il tuo tempo; quando vengono strappati il dolore non si placa, come una tempesta di una violenza inaudita.
La fuga della madre avvenne di colpo, senza preavviso, portò via con se una borsa con poche cose e non si voltò a salutarla. Seguì poco tempo dopo anche l’abbandono di Mathilda, la piccola compagna di scuola che cambiò citta per il trasferimento dei genitori.
" Sono sopravvissuta all’assenza di entrambe."
Nei suoi ricordi la madre appariva sfuocata; doveva scavare per trovarne l’ultimo legato all’aurora boreale e alle magiche onde multicolore che gli antenati credevano fossero le anime degli cari estinti che venivano di tanto in tanto a incontrarli di notte. Lei era bellissima, esuberante e provocante.
“I genitori li conosciamo troppo tardi, la nostra curiosità si accende quando arriva la consapevolezza che stiamo per perderli.”
Nessun rancore nel descrivere la madre, un richiamo a voler ristabilire un legame con lei, il desiderio di rivederla. Si viene investiti, invece, dalla profonda emozione della protagonista nel raccontare il padre, del tempo trascorso insieme e degli anni che lo avevano incurvato riducendogli il fiato. Arya aveva continuato a vivere nell’appartamento dei suoi genitori ad Oslo, e a non entrare in alcune stanze: “I luoghi dell’assenza”.
Il suo destino era legato anche alla parola: la parola letta, scritta, tradotta.
Lavorava in una casa editrice e non meno importante era il legame con l’editore Magnus Spangrud (Mario Spagnol, figura importante nella vita e nel lavoro della nostra autrice). La sua vita da adulta era rimasta legata all’acqua, alle nuotate con il padre alle isole Lofoten, nelle acque limpidissime nel breve periodo dell’estate.
“Le suggestioni in queste isole sono prodigiose, la luce è unica, nelle notti e nei giorni.”
“Il mare non aspetta, papà,” era la frase con la quale aveva inizio il tuffarsi insieme, un rituale il cui ritmo di braccia e di gambe faceva avvicinare i loro cuori.
Il padre non aveva mai preso una lezione di nuoto, ma aveva praticato alcuni sport come l’atletica, e il suo eroe era Jessie Owens. Ai suoi studi irregolari aveva supplito con la sua intelligenza: affamato di letture era capace di tenere attive più letture senza mai confondersi.
Quanto tempo vivremo ancora insieme? Posso fermare il tempo?
Una lettura incantevole e suggestiva è Il mare non aspetta, una trama intima e coinvolgente, dalla scrittura gentile e premurosa, che corre nella memoria dei legami affettivi, in un passato da amare senza remore, inseguendo i battiti del proprio cuore.
Il mare non aspetta. Viaggio emotivo in Norvegia
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