Il mio spirito nel cinema
- Autore: Ren Zen (Renzo Maggiore)
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
Non possiamo andare al cinema, la paura del Covid-19 genera restrizioni più o meno necessarie volute dal governo. Sarà quindi gradita la carrellata di film rivisitati da Renzo Maggiore, musicista e poeta, in arte Renzen, con le sue impressioni raccolte nel volume Il mio spirito nel cinema (Booksprint, 2015) con un sottotitolo esplicativo: “Spunti in prosa oltre la superficie delle trame moderne”. La bella prefazione è di Heritiana Andriamanday.
Lo Spirito è, per gli spiritualisti, ciò che forma e sostanzia il mondo, riverberato in ciascuno in un modo unico e irripetibile, individuale, sebbene nel particolare sia sempre contenuto l’universale. Non stupiscano tali riflessioni di natura filosofica, mistica, religiosa riferite al cinema, considerato usualmente un genere ricreativo, svago di massa. Anche il teatro greco si basava sul consenso popolare, ma bene esprimeva i moti profondi della psiche e lo spirito umano inesauribile.
Uso il termine "impressioni" invece che "giudizi" o "critiche" in modo voluto e preciso. Un conto è scrivere partendo dalla ragione discorsiva, impiegando l’intelletto anche in modo smagliante e accattivante, con quel pizzico di spezie emotive che rende piacevole un articolo. Un altro conto è scrivere "da poeta", con l’ascolto di quanto risuona nel proprio intimo, collegato allo schermo, secondo modalità elettive che partono da modelli intuitivi. Non da "punti di vista" ideologici quindi, neppure secondo canoni estetici precostituiti, di moda, o da faziosità.
Che cosa è dunque l’intuizione? In questo caso si tratta della capacità di leggere nelle intenzioni del regista, ritrovando rispecchiate le proprie, secondo un filo conduttore che è “idea” “eidos”, immagine nel senso platonico, archetipo. È partendo da un archetipo individuato nel film che Renzo Maggiore sviluppa originali meditazioni. Possiamo considerare queste ultime quasi una chiosa al film, il suo significato nascosto, una sua continuazione nell’anima dello spettatore. Chiosa ricca di spunti mitici (dunque eterni) colti nella settima arte.
Ecco, lo "spunto" è quanto offre l’autore, parola da lui scelta, apparentemente semplice ma capace di far germogliare visioni e senso.
Un film nel film, il suo, dunque? Certamente, ed è quanto costituisce il fascino del libro. Una "variazione sul tema", e i temi, ovvero i film sono davvero numerosi, spaziano in tutti i generi, dalla fiaba al dramma d’amore, al filone psicologico alla fantascienza, al genere western, storico, alla commedia di costume, all’esoterismo... Rivisitiamo Pinocchio, La coscienza di Zeno, Casanova, Il signore degli anelli, Shall we dance, L’ultimo samurai, Il cavaliere oscuro, The Artist, Avatar, Il diavolo veste Prada, Il pianista e molti, molti altri. In modo che gli appassionati di cinema troveranno sicuramente i loro film preferiti.
"Spunto" è un approccio zen al reale, in tal caso il reale fantastico filmico. È un attimo, un cogliere l’essenza, una illuminazione. Scelgo un esempio, uno fra tanti, di cui trascrivo una piccola parte molto significativa, ascoltando la mia interiorità e una mia preferenza; riassume egregiamente l’atmosfera spirituale che permea queste pagine avvincenti, avventurose nel significato autentico di "avventura", intesa come esperienza, "ventura", destino inscritto nei fatti. Teatro e dramma quindi, moderna rappresentazione del gioco vitale che regista e attori sanno offrire.
Dallo "spunto" dedicato al film Invictus traggo:
"La mia anima è invincibile!
Potete incarcerare il mio corpo in spazi angusti, ridurre a schiavitù la mia dignità umana, discriminarmi soltanto perché sono diverso in qualche modo da voi… ma qualsiasi cosa farete, la mia anima sopravvivrà in eterno. Ed è questa consapevolezza estrema che mi consente di comprendere la grandezza del perdono e la forza della riconciliazione.”
È un messaggio immenso.
Il mio spirito nel cinema
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