Il mio disastro sei tu di Jamie McGuire

Il mio disastro sei tu, titolo originale Walking disaster, è stato forse il libro più atteso nelle ultime settimane, dalla folta schiera di amanti del genere “amori romantici e apparentemente impossibili” dopo il successo che il primo romanzo della serie ha ottenuto diversi mesi fa. Uno splendido disastro di Jamie McGuire non ha lasciato indifferente nessuno e allora ecco che l’autrice americana si è ripresentata davanti al suo scalpitante pubblico con un altro romanzo che non è il continuo del primo, ma un’ulteriore versione di quello antecedente. Per dirla in altre parole, se in Uno splendido disastro le vicende erano raccontate dal punto di vista di Abby Abernathy, ossia la protagonista femminile, ne Il mio disastro sei tu gli stessi avvenimenti e soprattutto la nascita dell’amore tra i personaggi principali vengono narrati secondo il punto di vista maschile, quello di Travis Maddox, il bello e dannato della situazione. Allora, a cosa serve leggere un libro che parla di qualcosa di già detto? Ebbene posso dirvi subito che non è così. L’autrice riesce a creare un romanzo molto diverso, che, nonostante narri delle stesse cose, riesce ad incuriosire e ad appassionare ancora di più del precedente. Sapete perché? Per il protagonista e per il suo modo di vedere e di vivere. Travis non è Abby, ha un carattere totalmente diverso e anche il suo modo di raccontare ciò che vive ne risulta influenzato. Attraverso i suoi occhi e la sua mente riviviamo i momenti a cui avevamo già assistito nel primo romanzo ma in un modo molto più intenso e pregnante: l’incontro con Abby, il rapporto con il cugino e gli amici, la relazione con la sua famiglia ma soprattutto anche altre situazioni, come la morte della madre, che precedentemente erano state solo accennate. Non a caso il libro inizia proprio con la scena forse più toccante: Travis bambino che veglia sulla madre morente, la quale nelle ultime parole che dedica al figlio non risparmia incitazioni e incoraggiamenti verso l’amore e la lotta per ottenere ciò che si desidera, oltre tutto e tutti. La madre incita il piccolo Travis a non scegliere una donna qualunque, non una donna che può facilmente avere. Dovrà innamorarsi di una donna per cui dovrà lottare. Da allora, il Travis adulto vivrà con la consapevolezza di essere un guerriero che nasconde le proprie debolezze e il proprio dolore per quella perdita enorme ed insanabile, dietro un’armatura fatta di violenza e ribellione che nessuno può abbattere. Nessuno fino all’arrivo di Abby, giovane donna, completamente diversa da qualunque ragazza, che addirittura trova tutti i modi per evitarlo e per non dargli confidenza. Travis è totalmente spiazzato. Lui, Travis Maddox, il più bello, il più tatuato, quello che combatte incontri clandestini e che tutte vogliono baciare, viene trattato come fosse invisibile da Abby, l’unica donna verso cui si sente inspiegabilmente attratto. La madre prima di morire, gli preannuncia l’inevitabile:

“Un giorno t’innamorerai. Combatti per il tuo amore. Non rinunciare. Mai.”

Travis si marchia quelle parole nel cuore come se fosse lo stesso fuoco ad averlo fatto e quando si trova Abby davanti sa che è arrivato quel momento e niente sarà in grado di farlo tornare indietro.

Leggendo il primo libro, molti comportamenti di Travis rimangono inspiegabili. Spesso appare troppo rabbioso, troppo violento e anche il suo esagerato attaccamento ad Abby sembra quasi malato, senza una vera e propria logica. Ma nel secondo libro tutto trova una ragione. Travis ha vissuto tutta la sua vita cercando di nascondere il dolore per quella perdita tragica, ha fatto di tutto per esorcizzare ogni tipo di paura e per non essere più vittima di nessuna sofferenza. Solo così si spiegano i suoi comportamenti, la maggior parte dei quali volti a superare il limite, di qualunque tipo si tratti. Si spiegano anche le sue parole e i suoi gesti nei confronti della donna che ama e verso cui mostra fin da subito una profonda devozione. E’ un personaggio molto complicato, di cui l’autrice fornisce una curata introspezione psicologica che dona al romanzo una profondità che forse il primo non ha. Abby invece, appare come quella più “disastrosa”, colei che fa di tutto per tenere lontano Travis, facendo crescere in lui la consapevolezza di non essere abbastanza. E’ infatti lei che lo ferisce più di una volta senza un motivo chiaro e giustificabile, se non fosse per i suoi capricci e i suoi atteggiamenti odiosamente viziati.

A differenza di molti, che considerano il primo romanzo una gratuita manifestazione di amore violento, volto a vittimizzare la donna, io lo considero invece come la rappresentazione di un amore terreno e umano di due ragazzi che non hanno avuto una vita facile e che insieme riescono ad alleviare il loro dolore, provando un sentimento costruttivo come può essere solo l’amore. In ogni caso con l’uscita de Il mio disastro sei tu, ogni insinuazione può essere definitivamente spazzata via. E’ pur vero che ci troviamo di fronte ad un romanzo per giovani appassionati di storie intense e romantiche ma l’importante è il messaggio finale e la McGuire qui non sbaglia il colpo. Se la storia di Travis e Abby vi ha fatto sognare, adesso vi farà impazzire, perché il libro si conclude con un epilogo differente rispetto al primo, che riesce per la sua dolcezza e intensità a risultare ancora più indimenticabile.