Il mio matrimonio
- Autore: Jakob Wassermann
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Castelvecchi
- Anno di pubblicazione: 2017
“Ganna o il mondo della follia” è il sottotitolo del volume “Il mio matrimonio” (Castelvecchi 2017, titolo originale Ganna oder die Wahnwelt, in Joseph Kerkhovens dritte Existenz, traduzione di Alessandra Scalero, revisione di Matteo Chiarini) di Jakob Wassermann (Fürth, 10 marzo 1873 - Altaussee, 1º gennaio 1934) pubblicato postumo nel 1934, ora riedito dalla casa editrice romana.
Scrittore tedesco d’origine ebraica, Wassermann sarebbe dovuto diventare commerciante come il padre, merciaio ebreo e fabbricante di giocattoli di poco successo. Jakob invece aveva preferito seguire la propria vocazione letteraria. Nel 1896 giunto a Monaco l’autore aveva conosciuto l’editore Albert Langen che lo aveva accolto nella redazione della rivista Simplicissimus sulla quale Jakob aveva iniziato a pubblicare poesie, novelle e racconti. A Monaco Wassermann aveva stretto amicizia con Thomas Mann e Rainer Maria Rilke. Alla fine del 1897 l’autore si era trasferito a Vienna legandosi ai poeti del movimento della Jung-Wien, in particolare ad Arthur Schnitzler. Nel 1899 Wasserman era entrato a far parte degli autori della casa editrice berlinese Samuel Fischer dove aveva pubblicato nel 1901 il romanzo “Die Geschichte der jungen Renate Fuchs”. Sempre in quell’anno fatale Wassermann aveva sposato Julie Speyer, una donna eccentrica appartenente a una ricca famiglia viennese. Traumatizzato da questa rovinosa unione che sarebbe terminata con un divorzio, Jakob Wassermann da questa dolorosa esperienza avrebbe scritto un romanzo autobiografico.
La vicenda del giovane scrittore Alexander Herzog e del suo incontro con l’eccentrica Ganna, l’illusione di Herzog di credere di poter cambiare la natura sgraziata di Ganna per affrontare una relazione amorosa, l’esito folle e disperato del matrimonio che ne sarebbe seguito, erano solo lo specchio del primo, rovinoso matrimonio di uno scrittore sensibile e acuto. Autore di romanzi e biografie, tra cui la trilogia sul “Caso Maurizius”, il romanzo “Caspar Hauser o l’inerzia del cuore” e il saggio “Il mio cammino di tedesco e di ebreo”, le sue opere furono messe all’indice dal governo nazista e ritirate nel 1933.
Lo scrittore che seppe indagare con sottile penetrazione l’animo dei personaggi nelle sue mille sfumature, morì il primo giorno del 1934 in povertà.
Ganna Mewis “abitava in un mondo a parte che sembrava creato solo per lei”. La ragazza aveva cinque sorelle, quattro più grandi e una più piccola di lei. Il padre, il professor Gottfried Mewis, luminare della facoltà di Diritto, era una figura notevole, “una specie di Barbarossa”. La signora Mewis, di nome Alice, nata Lottelott, aveva ereditato una grande fortuna. La famiglia, rispettata e invidiata, viveva comodamente a Vienna in una grande villa. Fisicamente, Ganna non era all’altezza delle sorelle. Per sua sfortuna, questo l’aveva capito troppo presto. Glielo dicevano gli specchi, e anche l’atteggiamento degli uomini era indicativo. Si sarebbe potuta paragonare a un piccolo anatroccolo fra cinque cigni. Ganna cercava di affermarsi sulle orgogliose sorelle, ma non le bastava: voleva trionfare su di loro, forte com’era di un orgoglio indomabile.
“Sognava un grande avvenire: si sentiva eletta, benché non sapesse per quale missione”.
Già da piccola era intrattabile. Alexander Herzog ricordava vagamente l’impressione che gli aveva fatto Ganna il giorno del loro primo incontro.
“Mi resta però l’immagine di una ragazza vestita di colori sgargianti, che gesticolava e non stava ferma un minuto”.
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