Il mio sottomarino giallo di Jón Kalman Stefánsson

Jón Kalman Stefánsson è uscito con un nuovo romanzo che ripercorre in parte il suo passato e lo lega a uno dei suoi temi principali: il bisogno di scrivere. Il mio sottomarino giallo, appena edito Iperborea nella traduzione di Silvia Cosimini, è un romanzo affascinante, al suo interno si parla di infanzia, religione e morte.

Forse ricordo ciò che mai fu,
dimentico ciò che è accaduto -
per questo il dolore è brace nel mio cuore?

Il protagonista è, come già accaduto con Crepitio di stelle, un bambino. Un ragazzino che perde in tenerissima età la madre e che si trova quindi a vivere in uno spazio di domande, reticenze e a fare i conti con un vero e proprio “muro di gomma” che è diventato il padre.
Ben presto accade ciò che la morte determina: si dimentica. Il nostro protagonista inizia a perdere i ricordi legati alla figura materna. Pian piano quella che era una memoria carica di eventi e immagini impressi come veri e propri ricordi facilmente richiamabili, si riassume in poche immagini talvolta anche fastidiose.

Privo di risposte alle sue domande, il protagonista si avvicina alla chiesa. La speranza è di sfruttare le ore del catechismo - e la lettura della Bibbia, in un volume della madre, probabilmente mai sfogliato - per trovare le risposte alle proprie domande, talvolta sciocche e talvolta invece dalle profonde connessioni.
Si tratta di un romanzo dove la vicenda autobiografica viene legata ad altri racconti, andando così a creare una storia narrativa estremamente complessa che si preoccupa di avere le più disparate aperture alla riflessione.
Tra le riflessioni più importanti senza dubbio c’è quella in merito al Dio dell’Antico Testamento: un continuo rimbalzare tra posizioni più accomodanti e altre più critiche in cui le azioni di questo Dio vengono considerate sotto una luce più restia.

In ogni caso si tratta di un romanzo che, per quanto affascinante e ricco di spunti riflessivi, è da considerare di difficile lettura visto che raggruppa molteplici riflessioni, temi e ricordi. Dalla seconda metà in avanti diventa più semplice seguire la trama, che comunque rimane intricata e ricca di viaggi tra i ricordi autobiografici, gli elementi narrativi e le riflessioni estemporanee in materia di religione e scrittura.