Il mistero della leggenda perduta
- Autore: Claudio Elliott
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
“Una leggenda all’inizio non è una leggenda: è una diceria, un sussurro, un soffio. Ha bisogno di tempo, di verifiche, di credulità. Di fede. E quando la leggenda diventa corpo popolare, vive tra la luce e l’ombra, ed è il popolo che la fa vivere.”
Claudio Elliott nel suo ultimo libro intitolato Il mistero della leggenda perduta (La Medusa, 2015), ci accompagna con abile maestria e un invitante gioco tra invenzione e realtà all’interno della città di Napoli, per farci conoscere una delle leggende più antiche e misteriose del capoluogo partenopeo: la leggenda del monaciello.
Attraverso l’alternarsi di numerosi personaggi, ci addentriamo tra le strade, nei vicoli e nei quartieri napoletani, a contatto con commissari di polizia, vecchi marchesi, giovani studenti e curiose bambine alle prese con un evento davvero sconvolgente: Napoli non è più Napoli.
Una mattina come tante sembra che la città non si sia svegliata, ma sia caduta in un profondo sonno molto simile alla morte. Non c’è più il disordine caratteristico della città, non ci sono furti, non c’è gente che urla né che si lamenta, i ragazzini non giocano a pallone rompendo i vetri delle case, le auto non intasano le strade con il solito traffico fatto di clacson fastidiosi e di bestemmie condite di male parole.
Tutto tace, piombando la vita cittadina in un silenzio alquanto irreale.
“Questa normalità per la nostra città è strana, misteriosa: i cittadini sembrano rassegnati. Non so a cosa, non so per cosa.”
Pochi sono quelli che sembrano essersi accorti del terribile cambiamento, due su tutti: il commissario Rossanna Albarella e il Marchese De Roviinis che saranno anche coloro a cui, inconsapevolmente, verrà affidato il compito di ricondurre la città alla normalità.
Ma cosa significa normalità? Napoli non sembra essere più sé stessa, mancano gli odori, i sapori, i rumori tipici dei suoi luoghi e della sua vita. L’odore del mare, il suono dei gabbiani che volano alti nel cielo, la curiosità insita nel carattere esuberante dei suoi abitanti. Tutti sembrano addormentati, abbandonati ad un destino che tarda a farsi vedere.
Manca la vita o la cosiddetta malavita napoletana. Il commissario è il primo a rendersi conto che qualcosa non va. Non ci sono chiamate d’emergenza, non ci sono incidenti e questioni da risolvere come se la città fosse caduta all’improvviso all’interno di una cupola e tutto si fosse inesorabilmente fermato. Nonostante ci sia più silenzio ed aria pulita, Napoli non respira, così come fanno i morti, rendendo i suoi luoghi, così caratteristici, un triste cimitero di ricordi.
La gente, quei pochi che girano per la città, sono molto simili agli zombie, sono tristi e rassegnati, senza alcuna spiegazione plausibile. Non c’è caos, non c’è vita e sarà davvero difficile ristabilire l’ammuina napoletana.
Eppure c’è un mistero dietro questo apparente sonno che ha agghiacciato tutta la passione e la carica partenopea. Un mistero molto antico che ha scavato le proprie radici nelle credenze e nella fede napoletana. La leggenda del monaciello ha diverse origini ma tutte conducono ad un’unica verità, seppur poco plausibile di fronte alla ragione e al raziocinio.
Il monaciello è lo spirito che vaga nelle case e al quale viene attribuito tutto ciò che di strano accade all’interno di esse, dai furti, ai ritrovamenti, alle voci, persino alle visioni. Questo essere tra l’umano ed il demoniaco è la credenza più popolare e più difficile da estirpare di tutta l’area partenopea e non solo. La sua storia si è ampiamente diffusa anche in tutto il sud Italia, mettendo in evidenza la volontà del popolo di credere in qualcosa, al di là della sua benevolenza.
Infatti il monaciello può essere a volte cattivo e a volte buono, può rubare soldi o regalarli, è rappresentato come un omino basso di statura, in realtà un nano, che riesce ad introdursi nelle case, soprattutto dei più ricchi, perché cammina nei sotterranei della città. E così che attraverso le parole misurate di Elliott, conosciamo Napoli viva ma anche la Napoli delle tenebre, quella sotterranea, piena di oscurità e misteri.
Il monaciello è anche un omino un po’ vizioso, a cui piacciono le belle donne che è solito palpare, ricambiando quel piccolo fastidio con il rilascio di monete.
Sono tante le storie che i nostri nonni raccontano di questa piccola creatura irriverente che popola i sogni e gli incubi di tutti coloro che credono nella sua esistenza.
In questa storia, scritta in modo semplice e scorrevole, scoprirete come la leggenda del monaciello sia strettamente relazionata alla vita stessa della sua città e di quanto ogni luogo, per sopravvivere, abbia bisogno della fede e dell’amore di chi lo abita.
Una leggenda dunque, che diventa l’emblema di mille altre leggende, di quelle antiche, che si basano sulla tradizione popolare e sulla fede profonda di chi le racconta ancora ed ancora.
Non come le tante leggende metropolitane che invadono le nostre vite oggi, la cui sopravvivenza dipende soltanto da quanta pubblicità se ne faccia in radio o in televisione. Oggi è tutto diverso, moderno, afferrabile eppure estremamente intangibile.
La leggenda del monaciello sopravvive ai secoli e alla polvere del tempo ma ha bisogno di essere narrata, con la voce, con la memoria, per insegnarci ancora qualcosa.
Claudio Elliott con dolcezza e con un linguaggio che si prende cura di questa storia così radicata e rispettata, ci fornisce un’immagine della città per certi versi fragile e debole di fronte alla dimenticanza e alla freddezza di chi smette di ricordare e di ricordarsi. Una lezione non solo per i più piccoli, mostrandogli come ricercare e conservare ciò che rappresenta il cuore dei nostri luoghi e della nostra terra, ma anche un monito per i più grandi, nel cercare di non lasciarsi prendere dall’oggi e dal domani, mettendo da parte il passato, solo perché superato.
Che non sia più tempo di leggende? Non credo, non posso crederci. Forse sarà così per gli altri, forse sarà così per molti, ma non per chi vive una città come Napoli, il cui alito vitale è proprio il mistero e la segretezza che si cela dentro le sue chiese, nei suoi sotterranei che sussurrano nella notte e nelle sue strade popolate di fantasmi. A Napoli sarà sempre tempo di leggenda, perché è Napoli stessa una leggenda che di volta in volta interpreta una parte di se stessa.
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