Il mistero della statuetta di giada (Giunti 2021, titolo originale Leo Berlin, traduzione di Sara Congregati) è il romanzo della scrittrice tedesca Susanne Goga, nata in Germania nel 1967 e già autrice de I misteri di Chalk Hill (2015), Il segreto di Riverview College (Giunti, 2016) e La leggenda di Loreley (2020).
“Maledizione, perché pensava di continuo che tutti lo guardassero con compassione e si interessassero unicamente al fatto che il commissario Wechsler fosse vedovo e padre di due figli?”
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Berlino, 1922. La nazione tedesca, uscita sconfitta dalla I Guerra Mondiale, stava vivendo anni difficili, in piena crisi politica, economica (l’inflazione correva) e sociale. Prima la Grande Guerra, poi la rivoluzione e gli scontri di piazza, la fame e l’incertezza. Erano anni difficili anche per il commissario Leo Wechsler, ancora sopraffatto dal ricordo della morte di sua moglie, Dorothea, venuta a mancare nel 1919, stroncata dall’epidemia di spagnola, che aveva mietuto nel mondo più vittime della I Guerra Mondiale e della peste del 1300. Impossibile scordare Dorothea, anche perché i loro figli Marie e Georg erano la testimonianza vivente del loro amore. Quindi
Leo si rasserenava al pensiero di aver esaudito l’ultimo desiderio di Dorothea, cioè quello di prendersi cura dei loro figli. Giunto nella Emdener Strasse, viale alberato dove Leo viveva da quando si era sposato, il commissario in quell’afosa serata estiva sperava di trascorrere momenti tranquilli in compagnia dei figli e di sua sorella Ilse, che viveva con loro dalla morte di Dorothea. Invano. Una telefonata del collega e amico Robert Walther aveva infranto i suoi sogni di relax in poltrona con un libro di pittura in mano.
“Abbiamo un caso di omicidio a Charlottemburg. Un uomo di nome Gabriel Sartorius è stato assassinato”.
Autrice di oltre 300mila copie vendute, in questo romanzo storico pieno di suspense Susanne Goga concentra la sua attenzione su un misterioso omicidio, compiuto all’interno di una lussuosa villa berlinese. In quell’epoca di incertezza, a Berlino, chiaroveggenti e ipnotizzatori erano di gran moda e si mormorava che la stessa polizia si avvalesse dei servizi di Gabriel Sartorius per fare luce su casi oscuri.
Adesso il celebre guaritore Sartorius, che vantava fra i suoi clienti attori del cinema, noti uomini d’affari e signore dell’alta società, era stato ucciso, trovato dalla sua governante nel soggiorno di uno dei tre appartamenti di una elegante villa plurifamiliare circondata da un giardino rigoglioso con alberi secolari, dove viveva da solo. Gabriel Sartorius era disteso sulla schiena, le braccia aperte, una gamba dritta, l’altra piegata, la testa in una pozza di sangue, i lunghi capelli appiccicati dal sangue al lato destro della testa, che ricadevano sul volto della vittima. Non lontano dal braccio destro del cadavere, un oggetto verde. Una statuetta di giada che raffigurava un Buddha. Sicuramente l’arma del delitto, considerato che la statuetta era sporca di sangue e a un angolo della base era appiccicato un ciuffo di capelli. Il suo forte fiuto per il crimine che non di rado lo portava dritto alla meta, suggeriva a Leo che l’avidità non fosse il movente di quell’omicidio.
“E l’arma era comunque una delle chiavi”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il mistero della statuetta di giada: il nuovo romanzo di Susanne Goga
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