Il morso della reclusa
- Autore: Fred Vargas
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
L’amato personaggio della scrittrice francese Fred Vargas è tornato. Jean-Baptiste Adamsberg, indolente commissario capo dell’Anticrimine al tredicesimo arrondissement di Parigi, è costretto ad anticipare il ritorno dalle ferie in Islanda per aiutare la sua squadra a seguire un caso spinoso che, per altro, egli risolve velocemente. Col suo intuito infallibile, volto ad elaborare curiose teorie basate su faticose ma sempre valide elucubrazioni, Adamsberg è protagonista de “Il morso della reclusa”, il nono romanzo firmato dall’autrice, la quale riesce a trasporre nel testo la stessa suspense dei gialli classici. Più che un thriller vero e propio, questo intreccio noir è infatti un susseguirsi di supposizioni e smentite che tengono incollato il lettore, totalmente conquistato da un buon ritmo e da uno stile evocativo che, specie nella seconda parte, è simile a un film.
Anche un secondo enigma, avente per bersaglio un membro della numerosa squadra, è presto sistemato dalle potenti intuizioni del commissario. E fino a qui tutto bene, se non fosse che l’attenzione di Adamsberg viene attirata da alcune morti sospette avvenute nel Sud della Francia, ad opera di un ragno velenoso detto reclusa o ragno violino. Tre anziani sono infatti deceduti, nonostante l’animale (il nome lo dice) sia molto schivo e la quantità di veleno letale solo se inoculata in dosi massicce.
Quando il commissario viene a sapere che le vittime si conoscevano, sospetta che si tratti di omicidio e inizia a scandagliare il loro passato, al fine di decifrare quel collegamento che al momento a tutti sfugge, ma che sicuramente esiste. In giro c’e un killer e va fermato, prima che colpisca ancora.
E così, fra ipotesi strampalate e collegamenti surreali, che comprendono anche una banda di stupratori e donne rinchiuse e condannate all’oblio, la squadra dubita del caso e si divide. Le indagini devono essere portate avanti a gruppi e in sordina. Soltanto da chi riesce a mantenere immutata la propria fiducia nel commissario, che appare un visionario, anche perché nel frattempo qualcuno trama nell’ombra e cerca di inabissare l’indagine.
Le “bolle” di quel pensiero frammentario che sfugge e tanto tormenta Adamsberg, troveranno presto il modo di concretizzarsi e far andare a posto ogni tassello. Forse il lettore riesce ad intuire chi sia il colpevole. Ma non importa, perché il bello è il modo in cui il commissario riesce ad arrivare alla conclusione. I suoi collaboratori, personaggi ben delineati, sono indispensabili per la buona riuscita della storia. Non resta altro allora che consigliare “Il morso della reclusa” e attendere la prossima indagine. Il commissario Adamsberg è un soggetto interessante, che si ricorderà a lungo. Proprio perché perso nelle sue vaghezze che lo rendono umano.
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