Il narratore ambulante
- Autore: Mario Vargas Llosa
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
Quest’opera di Mario Vargas Llosa riflette la spiccata sua caratteristica di intrecciare storie e dialoghi che avvengono in luoghi e tempi diversi. Il primo e l’ultimo capitolo si svolgono a Firenze nel 1985 dove l’autore visita per caso una piccola mostra fotografica di un fotografo italiano sui nativi dell’Amazzonia peruviana, nelle cui foto riconosce la tribù dei Machiguenga. Una fotografia in particolare attira la sua attenzione: un indio seduto al centro di un cerchio di nativi che sembrano ascoltare le sue parole come magnetizzati. Un tuffo tra i ricordi e una sua ossessione riemerge: la ricerca dei narratori ambulanti machiguenga di cui aveva sentito parlare ma dei quali non era riuscito a trovar traccia nelle descrizioni degli etologi e degli antropologi che avevano esplorato la foresta tropicale peruviana.
Nei capitoli II, IV, VI e VII c’è la narrazione delle loro abitudini tribali, spesso incomprensibili e crudeli ma certamente funzionali alla necessità di sopravvivere in equilibrio con la foresta, dovendo far fronte alle inondazioni, alle malattie, alla fame, agli animali selvaggi, ai nemici:
“erano sopravvissuti perché i loro usi e costumi si erano piegati docilmente ai ritmi e alle usanze del mondo naturale, senza violentarlo né alterarlo profondamente, solo quanto indispensabile affinché non ne venissero distrutti”.
E’ la descrizione di numerosissime abitudini, credenze, miti che aveva incontrato in un viaggio del 1958 nella foresta peruviana, ma, anche storie e magie sentite dire, raccolte ma non viste in prima persona, tanto che lo scrittore spesso conclude:
”Questo è quanto, almeno, io sono venuto a sapere” .
Nei suoi viaggi, Mario Vargas Llosa non era riuscito a sapere molto sul mistero degli ambulanti narratori di racconti: sembrava che questo costume non fosse conosciuto ai più e persino le tribù machiguenga non ne parlavano volentieri e mantenevano un grande riserbo. Era molto affascinato da questi indios che solitari si aggiravano nelle foreste dell’Amazzonia:
“...portando avanti e indietro gli aneddoti, le menzogne, le finzioni, le storielle e i pettegolezzi che fanno di questo popolo di individui dispersi una comunità e tengono viva fra di loro la sensazione di essere insieme di costituire un che di fraterno e di compatto “.
La sua curiosità era cresciuta nel tempo quasi a diventare ossessione fino a che, a forza di ricercare, aveva conosciuto una persona che vi aveva realmente assistito. Ecco che le storie fantastiche del narratore ambulante sono raccontate nei capitoli III e V. Come nel suo stile, c’è un’ultima trovata che, nonostante possa sembrare inverosimile, lascerà il lettore senz’altro affascinato.
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