Il nonno killer di Benoit Philippon

Benoit Philippon è scrittore, sceneggiatore e regista, cresciuto tra la Costa d’Avorio, le Antille, il Canada e la Francia. Con La centenaria con la pistola, suo secondo romanzo, si è imposto come uno dei migliori autori di polar francesi. Ora per la casa editrice Ponte alle Grazie pubblica un libro intitolato Il nonno Killer (2024), un libro che già dalla copertina stessa, raffigurante un uomo con dei baffoni possenti che punta una pistola, anticipa i suoi contenuti brillanti e ricchi di ironia.

Il protagonista della narrazione è, appunto, un nonno killer: si chiama Mariole ed è un ex sicario professionista. Purtroppo è gravemente malato di Alzheimer e un giorno si sveglia nella sua tetra camera di riposo, annichilito. Sa di dover compiere un’ultima missione ma non sa di cosa si tratta.
Parallelamente c’è la storia di Mathilde, una giovane donna un po’ sovrappeso che patisce la solitudine. Un giorno incontra tramite social un bel giovane, che le chiede di girare un video amatoriale, così tanto per divertirsi un po’. Nel video le chiede di fare cose oscene, tra cui mettersi a quattro zampe e guardare nell’obiettivo miagolando. Lei non ne è del tutto convinta, ma ha paura di perdere l’unico uomo che le rimane e accetta: l’indomani è la fine di tutto, il video gira ovunque e tutti lo vedono. Il mondo le crolla letteralmente addosso. Per prima cosa perde il lavoro, licenziata in tronco, la sua famiglia la abbandona del tutto a se stessa, preda del suo male, e così tenta il suicidio, che non le riesce. Neppure quello.
Mariole, inoltre, è molto abile con la pistola. Quindi perché non partire da qui?

Con la Beretta era un mago. Si occupava di certi affari per conto di organizzazione illecite che volevano mantenersi pulite. Certi fascicoli, troppo pericolosi, dovevano essere seppelliti lontano da occhi indiscreti. Ci voleva Mariole. L’uomo con i baffi lucidi e le mani esperte, che alla lontana assomigliava a Jean Rochefort, nel suo trench, si sarebbe occupato di tutto. Dunque, ha ancora una missione da compiere. Se solo si ricordasse, quale...

Entrambi i protagonisti sono due persone allo sbando, messi a lato da una società che non concede tregua. Si incontreranno e se è vero che l’unione fa la forza, ciò è particolarmente vero in questo caso. Insieme, senza neanche sapere troppo l’una dell’altro, partiranno per un lungo viaggi, in giro per la Normandia, a Parigi e infine la Bretagna; su di una vecchia automobile, una Renault Dauphine che ha visto tempi migliori, e la fida maialina Chonchon sfideranno il male e la società che non fornisce nessun aiuto ai reietti e ai malati. Come finirà l’avventura? Riusciranno a portare a termine i loro progetti di vendetta, così dissimili e uguali nella sostanza?

La lettura alterna vari momenti, caratterizzati a tratti da un umorismo acre e cinico che si alterna a commoventi liriche. La sgangherata coppia di anti-eroi racconta avventure al limite del parossismo, ma avvincenti e ricche di attualità. Il libro tratta argomenti tipici della società odierna quali la malattia, il disagio social, il male compiuto dall’uso indiscriminato dei social e una una società che non guarda al sentimento e all’emozione.
La trama è ben congegnata e si regge sulle due figure, antitetiche e paradossali, di un uomo e una donna che finisco per essere l’uno il padre e l’altra la figlia. Insieme si sostengono e la redenzione è raggiunta dopo un lungo percorso, irto di ostacoli da superare. Il linguaggio è fluido e preciso. I personaggi e le ambientazioni sono rese con perizia narrativa. Il tutto, infine, è condotto da un importante cinismo travestito da umorismo che colpisce nel profondo. Il nonno Killer di Benoit Philippon è una lettura molto adatta a chi vuole passare qualche ora in tranquillità leggendo una storia sì paradossale, ma molto vera.