Il pane del diavolo
- Autore: Valeria Montaldi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2018
“Il pane del diavolo” (Piemme 2018) è il nuovo romanzo storico di Valeria Montaldi, giornalista e autrice lombarda nata a Milano dove ha seguito gli studi classici e si è laureata in Storia della Critica d’Arte, che ha esordito nel 2001 nella narrativa con “Il mercante di lana” (Premio Città di Cuneo, Premio Frignano, Premio Roma), cui sono seguiti “Il signore del falco”, “Il monaco inglese” (finalista Premio Bancarella), “Il manoscritto dell’imperatore” (Premio Rhegium Julii), “La ribelle” (Premio Città di Penne, Premio Lamerica, Prix Fulbert de Chartres), “La prigioniera del silenzio” e “La randagia”.
..e dunque vi chiedo di allestire un banchetto indimenticabile, mastro Chiquart, sontuoso quanto quelli a cui ormai ci avete abituato
Castello di Chambéry, maggio 1416. Amedeo VIII, Duca di Savoia (1383 – 1451) aveva appena ordinato ad Amizon Chiquart, il suo prezioso capo cuoco, di allestire un banchetto degno di un principe in onore del maresciallo Bonifacio di Challant “fine stratega, abile ambasciatore, attento consigliere”. Alle abili mani del maestro di cucina l’onore e l’onere di preparare un lauto e prelibato pranzo. Rimasto senza aiuto cuoco, l’uomo era stato costretto a servirsi dell’aiuto di Marion, dagli zigomi ambrati perché di origine saracena, che svolgeva le funzioni di cuoco realizzatore. Tanto bizzarro quanto rivoluzionario che una donna, poco più che una sguattera, potesse svolgere le funzioni di un uomo nella cucina del castello dei duchi di Savoia, nella città savoiarda di Chambéry. Ma il segreto del successo dei piatti di Marion, che deliziavano il palato dei nobili commensali, erano le spezie, gli aromi, i condimenti insoliti con cui arricchiva i piatti.
Tutto sommato, poteva anche prendersela comoda, considerato che la giornata lì al Comando stava filando liscia: niente furti, né incidenti, né risse di strada, nessuna scadenza che non si potesse rimandare all’indomani
Aosta, febbraio 2016. Il maresciallo Giovanni Randisi del Comando dei carabinieri di Aosta tornò in ufficio indossò il giaccone e scese in cortile a fumare. Invece: “C’è stato un omicidio”. Alice Rey, proprietaria del ristorante “L’auberge de Jacques”, un posto rinomato dove lavorava come chef Jacques Piccot marito di Alice, era stata ritrovata cadavere con la gola tagliata di netto, vicino al torrente Clavalité a Fénis. La vittima era stata lasciata in un boschetto, probabilmente trascinata lì dal suo assassino: sulla neve ghiacciata erano state rilevate strisce di sangue che dalle sponde del torrente arrivano fino agli alberi. Per risolvere l’omicidio di Alice e non solo, Randisi avrebbe dovuto compiere un viaggio nel passato.
Valeria Montaldi, i cui romanzi sono pubblicati in Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Serbia, Ungheria, Brasile, ancora una volta delinea la figura di una donna antesignana, che guarda verso il futuro, accostandola a personaggi realmente esistiti più o meno noti, quali Amedeo VIII, primo duca di Savoia, sua moglie Maria di Borgogna, la nonna di Amedeo, contessa Bona di Borbone, Bonifacio di Challant, maresciallo di Savoia e proprietario del Castello di Fénis. Da sempre sensibile alle tematiche che riguardano l’universo femminile, l’autrice predilige ritrarre protagoniste femminili dal carattere volitivo e tenace, che sfidano il cono d’ombra nel quale le convenzioni e le regole sociali le hanno relegate. Per la stesura della trama la scrittrice ha avuto come luce guida “Du fait de cuisine”, trattato di gastronomia medievale del Maestro Amizon Chiquart, dal quale Montaldi ha ricavato le ricette citate nella narrazione.
Nelle note finali del testo l’autrice precisa che nel ricettario “il cibo non è considerato mera soddisfazione di un bisogno primario, ma viene innalzato a straordinaria forma d’arte”. Inoltre:
In un periodo in cui l’igiene di ambienti e oggetti d’uso lasciava molto a desiderare, Chiquart impone regole precise: utensili e locali di cucina puliti con cura, costante ricambio d’acqua, avanzi irranciditi da non riciclare in preparazioni successive.
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