Il piccolo amico di Donna Tartt

“Il piccolo amico” (BUR, 2014) è il secondo libro scritto dall’autrice americana Donna Tartt, famosa soprattutto per la sua ultima fatica, Il cardellino, con il quale nel 2014 ha vinto il premio Pulitzer nella sezione narrativa.

La trama di questo romanzo ruota intorno al personaggio della piccola Harriet, appena dodicenne, e di un’intera estate spesa nel tentativo di risolvere un delitto che ha sconvolto per sempre le dinamiche della sua famiglia: la morte del fratello Robin, avvenuta quando Harriet aveva solo pochi mesi, e di cui non si è mai riusciti a rintracciare il colpevole.
Una storia di formazione ma anche di vendetta, in cui la scrittrice riesce a mescolare diversi temi: l’elaborazione del lutto, le famiglie disfunzionali, la vita di provincia in una piccola cittadina del Mississippi negli anni Settanta con i divari sociali tra poveri e ricchi, ma soprattutto tra bianchi e neri.

Sarebbe sbagliato categorizzare “Il piccolo amico” come un romanzo thriller: è vero che si apre con la descrizione della morte di un bambino di nove anni e che Robin sembra essere una presenza costante per tutte le 688 pagine, eppure le vicende sin da subito acquisiscono un respiro più ampio e non sono riconducibili a un’unica ed esaustiva interpretazione.

“Qualche volta, aggirandosi per la sua tetra casa a tarda notte, capitava a Harriet di sentire il fratello morto avvicinarsi, silenzioso e fidato come un amico. Ne udiva il passo nello scricchiolio dell’impiantito, avvertiva la sua presenza nel gonfiarsi di una tenda o nell’angolo di una porta che si spalancava da sola. Le faceva dispetti, di quando in quando, nascondendole il libro o la barretta di cioccolata, per rimetterli sulla sedia quando lei non guardava. Harriet amava la sua compagnia.”

Lo stile di Donna Tartt merita sicuramente annotazioni positive: realismo nei dettagli e nella psicologia dei personaggi, fluidità ed eleganza nella narrazione, ma soprattutto una rara e innata capacità di scavare a fondo nella natura umana.