Il piccolo libro del maestro. Guida per riconoscere i mediatori spirituali
- Autore: Ren Zen (Renzo Maggiore)
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Nella nostra società cosiddetta "liquida", priva di veri punti di riferimento, dove l’uomo è spesso ridotto a essere tecnologico, la natura è violata e sofferente, l’istanza etica soffocata dall’etica del consumo, quanto abbiamo bisogno di maestri? E soprattutto, chi può dirsi tale? Quali le caratteristiche che lo distinguono?
Il piccolo libro del maestro (Armando Curcio editore, 2018, pp. 82) di Renzo Maggiore, scrittore, musicista, cantautore e poeta, in arte Ren Zen, vuole rispondere a queste domande. Il sottotitolo del libro recita: "Guida per riconoscere i mediatori spirituali". Un maestro è mediatore tra sé e l’essenziale, il Tutto, l’energia cosmica universale. La necessità del mediatore nasce dall’ignoranza di sé. Occorre chi riporti il cercatore in se stesso secondo la nota massima socratica “Conosci te stesso”. L’autore cita Il sutra del loto, un’opera fondamentale della scuola buddhista “Mahayana” o "Grande Veicolo", ma avverte subito che:
"Ren Zen non appartiene ad alcuna religione e a tutte le religioni”.
Infatti seguire un pensiero unico può essere causa di intolleranza e fanatismo, la spiritualità può trasformarsi in ideologia. Altri pensatori e filosofi vengono proposti alla meditazione. Quest’ultima è uno stato mentale sovrarazionale che tende a unificare mente e corpo attraverso la concentrazione sul respiro, per giungere al silenzio mentale o vacuità. Nel silenzio interiore viene ripetuto un mantra, suono carico di energia, per attingere all’intuizione profonda. Non è un cammino da intraprendere senza una guida, soltanto i Buddha si illuminano da soli.
Se la religione occidentale parte dal sentimento del peccato, la posizione dell’oriente parte invece dal sentimento di ignoranza. Poiché ignoriamo la nostra vera natura siamo soggetti al dolore. La felicità è a portata di mano nel momento in cui diventiamo consapevoli dell’irrealtà che appare come mero riflesso dell’Essere:
"Il maestro è colui che ha già visto / tutti i suoi specchi”.
La natura profonda è un vuoto beatifico da cui sgorga l’Uno. Simbolo dell’Uno-Tutto è Shiva:
"Io sono Shiva / colui che è veramente. / Da Me sono usciti tutti gli dei / che nei secoli veneraste / e a Me ora ritornano / perché solo in Me risiede il Principio. / Io sono l’Uno e i Tutti.”
Il maestro possiede la conoscenza di sé, è vuoto e libero da attaccamenti:
“Nulla cerca il saggio, perché già tutto è diventato in Dio.
(Angelo Silesio, Il viatore cherubico)”.
Egli domina se stesso, è compassionevole, paziente, gentile, semplice, umile, privo di boria o sete di potere, dedito al bene del mondo. Molto bella la sentenza:
“Il discepolo è il maestro del maestro.”
Le caratteristiche del discepolo sono identificate nei "tre pilastri": devozione, abbandono e amore. La devozione è un volontario atto di sottomissione momentanea al maestro, accompagnato dalla fede. Come chi impara un mestiere si affida all’artigiano esperto, così il discepolo si affida a chi è valente. Anche il concetto greco di "areté", virtù è simile, implica una maestria nel fare e la dirittura morale corrispondente. L’abbandono sta nel saper scorrere insieme al flusso della vita universale. L’amore è purezza e sincerità priva di maschere.
Ma la via specialissima che Zen Zen segue è, per sua natura, l’arte, la poesia, che nella tradizione è stata una via maestra di conoscenza, non disgiunta dalla filosofia e dal sacro, della quale Renzo scrive:
"La poesia / sublimando emozioni / propaga luce.”
Maestra è la natura, ivi compresi gli animali. Gioiosa e poetica la visione dell’artista che illustra un cammino da percorrere con costanza, pazienza e gioia.
Il mantra italiano fondamentale di Ren Zen è:
"Anche questo non è male".
Implica l’accettazione piena di ogni cosa e la benevolenza verso ogni forma di vita. Ma come avviene ciò? Sublimando, è già detto, e inoltre:
“Il profeta, il mistico e il maestro sorridono / perché godono dell’essere e del cambiamento.”
Comprendere il permanere, l’essere, e il mutare, il cambiamento, riporta a Eraclito, di cui ricordiamo sempre il “panta rhei”, lo scorrere incessante, e dimentichiamo “l’oscuro Logos”, l’essere inamovibile. Integrare le due polarità rappresenta il culmine della saggezza, manifestata in un sorriso.
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Condivido appieno quanto Ren Zen scrive. 👏🏻Veramente bravo e molto profondo . Approfondire le varie religioni è segno di grande maturità. Fermarsi e credere che la propria sia la migliore è segno di “ignoranza “ . continua a regalarci queste perle caro Renzo.
Sono lieta di leggere presentazioni così esaurienti sugli scritti di Renzo, che, pur avendolo conosciuto quasi fuggevolmente, mi ha lasciato un’impronta profonda come se lo conoscessi da sempre.