Il possidente
- Autore: John Galsworthy
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
Non c’è redezione per i Forsyte, se con questo nome non ci si limita a denotare una famiglia, bensì un certo tipo di natura umana. L’istinto di proprietà è la caratteristica che li descrive meglio, sia esso applicato alle case, ai titoli di stato o alle persone. La loro avarizia si espande dal campo commerciale al mondo dei sentimenti e chi riesce in qualche modo a restarne indenne deve poi sopportare lo smacco dell’esclusione. Succede a Jolyon il giovane, che viene rinnegato dalla famiglia perché se n’è andato con una donna di umili origini; ma succede anche a suo padre che, nella vecchiaia, cerca di recuperare il rapporto col figlio, all’inizio di nascosto e poi portando tutto allo scoperto, causando all’interno della famiglia un vociferare continuo sul peggioramento della sua lucidità.
Galsworthy è un osservatore acuto ed ironico: coglie le ambiguità nei piccoli gesti e ci incanta con dialoghi che non sprecano parole superflue, ma non riesce, anzi, non vuole descrivere i Forsyte con l’occhio neutrale di uno scienziato. E’ uno scrittore che fin dalle prime righe prende posizione e che ci invita a seguirlo nella scoperta di questa famiglia. Lascia cadere a volte qualche aggettivo che svela disprezzo, sì, ma poi si riprende e, pur senza mai mostrar simpatie per l’istinto di proprietà dei Forsyte, ne riconosce l’amara necessità:
"Sono le loro ricchezze e la loro sicurezza che rendono tutto il resto possibile: la letteratura, la scienza, la religione stessa. Senza i Forsyte, che non credono a nessuna di queste cose, ma che le mettono tutte a profitto, dove saremmo?"
Già da questa breve citazione riconosciamo la modernità di Galsworthy. La vicenda di questo libro si svela nella sua esemplarità, perché la storia si ripete in tutti i tempi e in tutte le società: Irene, la bella moglie di Soames Forsyte, si innamora dell’architetto Bosinney, ma è una relazione destinata alla tragedia. Eppure questo non è un romanzo d’amore, sebbene sia proprio questo il sentimento che fa muovere la vicenda. In realtà, se l’amore è un intoppo, la passione che fa da protagonista è sempre il bisogno di accumulare, di diventare "possidenti", ma anche quello di salvare le apparenze, costi quel che costi.
Un’ultima nota sullo stile: lineare ed essenziale, potrebbe essere considerato la negazione del principio osannato in ogni corso di scrittura creativa, lo "show, don’t tell". Galsworthy ricorre molto alle descrizioni di sentimenti e pensieri, eppure non cade mai nella noia, non proviamo mai il desiderio di saltare qualche riga: alla faccia di "On Writing".
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