Il purtroppo delle cose
- Autore: Dimitri Verhulst
- Anno di pubblicazione: 2009
L’emarginazione vista dall’interno, con gli occhi disincantati e straordinariamente adattabili di un bambino, l’autobiografico Dimitri. La casa della nonna paterna è lo sgangherato scenario in cui trascorre infanzia e adolescenza, circondato dal padre e dai tre zii, i quali hanno fatto della loro rissosa e cronica povertà uno stile di vita da ostentare con orgoglio. La madre è una figura assente, seppur ben definita dagli incisivi aneddoti che costellano la narrazione, scappata a gambe levate da un marito votato all’interpretazione letterale del socialismo e rea di aver palesato "la sua natura di sporca borghese". Con questa informazione di servizio, l’autore ci conduce in un universo fatto di giornate ciondolanti, fantascientifiche gare etilico-ciclistiche e continui quanto fallimentari tentativi di redenzione. Dimitri è lo specchio di un’esistenza ai limiti, diversa e spesso difficile da comprendere, se non attraverso i suoi stati d’animo in continuo mutamento: da una parte l’orgoglio di appartenere ad un microcosmo chiuso e fiero della propria unicità; dall’altra, la rabbia e la frustrazione nel confrontarsi con diversi e forse migliori modi di vivere. Solo da adulto l’autore sarà in grado di differenziarsi da quel percorso apparentemente immutabile e di essere soddisfatto della sua vita, diventando, paradossalmente, la pecora nera della famiglia. Ma fino a che punto il purtroppo delle cose, soprattutto quello che parte da dentro, può essere evitato?
La scrittura di Verhulst è minimalista, ma non priva di notevole fascinazione; riesce a descrivere con totale imperturbabilità aneddoti allucinanti, strappando più di una risata col suo umorismo rassegnato. Dimitri bambino fa parte di questo contesto atipico, non può - nè vuole - immaginare un modus vivendi diverso da quello offertogli. Tra gite quotidiane al pub (quasi un ulteriore componente della famiglia) e lezioni di vita generosamente elargite - e spesso non richeste -, finiamo quasi per parteggiare per questo disfunzionalissimo nucleo familiare totalmente al maschile, che trova sacrosanto invadere la casa di perfetti sconosciuti pur di non perdere le sei ore di concerto di un cantante country, e in cui una volenterosa assistente sociale è vista come il supremo fastidio.
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