Il quinto sigillo
- Autore: Davide Cossu
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Tra i finalisti del Premio Bancarella 2023 c’è Il quinto sigillo, esordio narrativo per Davide Cossu, thriller storico pubblicato da Newton Compton nella collana Nuova Narrativa (prima edizione gennaio 2023, 288 pagine).
L’hanno accostato a Il nome della rosa, altrettanto “ingegnoso” sebbene certamente meno impervio culturalmente del capolavoro di Umberto Eco. Lo hanno anche definito “appassionante” come le incursioni di Marcello Simoni nel Medioevo nero.
Un debuttante di cui sentiremo parlare questo cagliaritano trentaseienne, laureato in filosofia e storia del cinema, formato in Scrittura creativa alla scuola Holden di Torino. Colleghi prestigiosi dicono un gran bene di di lui. Matteo Strukul apprezza il carisma dei suoi personaggi e loda i colpi di scena. Lo stesso Simoni battezza “oscura e seducente" la scrittura di Cossu. Sicché, un romanzo da leggere necessariamente, non c’è che dire.
Vediamo dove ci porta: a Firenze, da fine aprile all’estate inoltrata dell’anno del Signore 1439. In città si tiene il Concilio indetto da papa Eugenio per riunire le Chiese latina e greca dopo quattro secoli di scisma. La sala capitolare di Santa Maria Novella ospita le riunioni dei delegati, dopo lo spostamento della sede conciliare da Ferrara, per sottrarsi all’epidemia di peste che infuria nel territorio estense. La ricca basilica fiorentina brulica di teologi, canonisti, politicanti e faccendieri di contorno. I domenicani dai lunghi scapolari si tengono distanti dagli inviati greci dell’imperatore in dalmatica azzurra. I lavori non procedono bene, la parte greca non acconsente più a dibattere in sedute pubbliche. Si è giunti a una fase di stallo, a un punto morto che innervosisce il pontefice.
Alle preoccupazioni di Sua Santità se ne aggiunge una ulteriore. È cosa serissima, tanto che il più importante padre conciliare, il cardinale Albergati, convoca due uomini di spicco, il suo segretario personale Tommaso Parentuccelli di Sarzana e l’abbreviatore della Cancelleria apostolica Leon Battista degli Alberti, erudito, letterato, pittore e architetto. La convocazione è strettamente riservata e insieme all’importante religioso intervengono i principali esponenti della Signoria fiorentina: il cancelliere della Repubblica Leonardo Bruni e il cittadino più illustre, il patriarca de’ Medici, Cosimo, detto il Vecchio.
Una questione delicata va affrontata col massimo tatto e in silenzio. Riguarda un componente della delegazione greca. Teodoro Niceta, il segretario del metropolita di Nicea, è stato ritrovato morto. A Santa Maria del Fiore, accanto all’altare. Una situazione spiacevole. Si teme che le cause non siano naturali. In via riservata, Alberti e l’amico Tommaso dovranno chiarire le circostanze e trarre le debite conclusioni. È la volontà del papa. Ed anche del cardinale. E di Cosimo, che tira da parte Leon Battista e gli chiede con autorevolezza di riferire esclusivamente a lui i risultati dell’indagine, perché non si fida dell’integrità di nessuno a Firenze, dal momento che qualcuno trama nell’ombra per minare la stabilità della Signoria. L’allusione è al nemico di sempre Rinaldo degli Albizzi, esiliato dalla Repubblica dopo aver fatto patire al Medici una condanna all’esilio sei anni prima. Gli stessi Alberti hanno subito quarantanni di lontananza forzata dalla città a causa di quei rivali.
Il bargello, capo delle guardie della Signoria, propende per il suicidio: il greco deve essersi gettato dalla cupola. Ma come ha fatto a raggiungere il punto da cui si è slanciato verso l’altare, cento braccia in basso, se gli accessi alla doppia volta del geniale Brunelleschi sono noti solo a pochissimi?
I due incaricati esaminano il cadavere nell’obitorio dello Spedale di Santa Maria Nuova. Aveva meno di venticinque anni, era di fattezze delicate. Membra e cranio sono devastati dalla caduta.
Ma è dalle deduzioni del matematico, cartografo e medico Paolo Toscanelli che si può escludere il suicidio, oltre a verificare altri particolari (il giovane era omosessuale). È stato strangolato prima di precipitare e in bocca gli era stato infilato un involto di carta, con all’interno una moneta, un fiorino d’oro. Sul cartiglio è vergata a caratteri romani un’espressione latina: “TIMEO” (letteralmente: ho paura). Insieme costituiscono la firma di un assassino e mandano il suo messaggio, a Cosimo, al papa o o forse al Concilio. Il delitto non è comune, tanto meno il criminale che lo ha compiuto.
Tutto può essere parte di un disegno che:
per quanto abietto, s’è composto in un tutto armonico nella mente che l’ha partorito.
Pur non potendo definire armonia una così atroce perversione, lo è tale probabilmente per il mostro. Per assicurarlo alla giustizia, occorrerà comprendere gli obiettivi che intende perseguire, certamente devastanti. Non si può permettere che il Concilio venga turbato. Troppe cose dipendono dalla sua riuscita.
Proprio messer Brunelleschi fornirà indicazioni utili e il metropolita Bessarione indirizzerà Alberti e Parentuccelli verso un testo di Platone, il dialogo Timeo, in cui il filosofo indaga sulle origini del mondo, che ritiene plasmato da un artefice divino, il Demiurgo.
Giganti dell’arte, grandi personaggi autentici, ampia erudizione, propria degli uomini più colti dell’epoca. Quelli incontrati non sono i soli: è un’intera età delle meraviglie che mette in mostra i suoi meravigliosi esponenti, in questa brillante opera prima, che avrà un seguito. Ci saranno altri thriller e volumi, firmati Davide Cossu, non c’è da dubitare.
Il quinto sigillo (Un’indagine di Leon Battista Alberti Vol. 1)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il quinto sigillo
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