Il respiro della danza
- Autore: Eva Stachniak
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2017
“Il respiro della danza” (BEAT, 2017, collana Superbeat, titolo originale The Chosen Maiden, traduzione di Ada Arduini) è la biografia romanzata della vita di Bronislava (Bronia) Nižinskaja (Minsk, 8 gennaio 1891 - Los Angeles, 21 febbraio 1972) ballerina e coreografa ucraina naturalizzata francese, e in seguito statunitense, redatta dalla scrittrice polacca Eva Stachniak, laureata in Letteratura Inglese alla McGill University di Montreal che ha insegnato inglese presso l’università di Breslavia, in Polonia, e allo Sheridan College di Toronto, Canada, già autrice del bestseller “Il palazzo d’inverno” (2014).
“Danzare è come respirare. Il ballo è dentro di me, intessuto nel mio corpo. Devo soltanto lasciarlo uscire”.
A soli tre anni di età Bronia Nižinskij sapeva già di essere una vera artista, perché aveva la danza nel sangue. Ultimogenita di due danzatori polacchi della troupe Lukovič, che si esibiva nelle città e cittadine russe, il cui repertorio consisteva in balletti, divertissement, la piccola insieme ai suoi fratelli Stanisław e Wacław era una figlia del palcoscenico. Infatti la troupe Lukovič viaggiava da un ingaggio all’altro in una carovana di dieci carri, all’interno di uno di questi, Mamusja leggeva ai suoi figli favole in polacco. I bambini erano tutti nati in viaggio, Bronia aveva visto la luce a Minsk, un’ora dopo che i suoi genitori avevano ballato insieme in Una vita per lo zar di Glinka. Mamusja era ancora capace di danzare la “polonaise” all’inizio dell’opera, ma poi erano iniziati i dolori del parto e la donna era stata portata di corsa all’ospedale su una slitta. Una famiglia votata all’arte, ma è noto che gli artisti non sono mai soddisfatti.
“L’arte è sempre difficile. L’arte richiede vigilanza costante. Nonostante ciò che riesci a ottenere, è sempre possibile far di meglio”.
Stanisław e Wacław già si esibivano, per Bronia era solo questione di tempo. Presto la piccola avrebbe imparato che muscoli e tendini sono umorali, che a volte si strappano provocando dolore e pretendono massaggi e un po’ di riposo. Che lo specchio è un critico severo che sottolinea tutte le imperfezioni e che il pubblico, “presenza nera e invisibile oltre le luci del palcoscenico”, è un giudice duro e implacabile, fonte non solo di beatitudine ma anche di paura. Del resto per un ballerino
“il corpo è uno strumento che va accordato e perfezionato”.
Partendo da una frase di Bronislava Nižinskaja:
“L’arte e la danza sono in grado di predire il futuro. Sono come l’intuizione...”
posta come esergo del volume, l’autrice delinea un mondo, quello della danza, dove le invidie, le gelosie e la ricerca ossessiva della perfezione sono destinati a inquinare i rapporti tra i personaggi descritti con convincente realismo. Nel frattempo, sullo sfondo, tra un “arabesque” e un “plié”, tra un magnifico volteggio e straordinari movimenti del corpo, la Storia non smette di intessere la sua trama.
Per la stesura del romanzo la scrittrice ha tratto ispirazione dalle Early Memoirs di Bronia, dense di ricordi della sua vita di giovane ballerina, del suo rapporto complesso e fondamentale con il suo geniale fratello Vaclav, e dei suoi tentativi di ritagliarsi un ruolo nel mondo del balletto come artista e come donna. Eva Stachniak inoltre ha consultato la Bronislava Nižinskaja Collection presso la Library of Congress di Washington, D.C., un prezioso tesoro fatto di diari, annotazioni coreografiche, corrispondenza, fotografie e album di ritagli pieni di recensioni, interviste e programmi teatrali. Grazie a tutto questo lavoro la voce affascinante di Bronia coinvolge e cattura il lettore.
“Troverò la forza di combattere ancora? Dopo tutto quello che ho perduto?”.
Il respiro della danza
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