Il ricco e il giusto di Helen Van Slyke

Uomini in cravatta, donne in tailleur, in una mano un calice di champagne mentre l’altra esplora corpi nuovi, magari poco affascinanti, ma utili. In testa è disegnata la strada che si deve percorrere per arrivare in alto, ancora più in alto.
In una di questa grandi società si rende disponibile un posto e non parlo di uno qualsiasi, sto parlando della presidenza.
Inutile dire che partirà una guerra spietata nella quale decine di pretendenti non lesineranno bassezze e manovre ardite, pur di accaparrarsi quella poltrona tanto ambita.

Cosa accomuna queste persone, a parte la cupidigia e la frenesia di arrivare?
Semplice: dietro ognuno di loro vi è la figura di una donna.
Che sia la moglie, l’amante o una figlia, poco importa, il fatto è che una presenza femminile ha sconvolto pesantemente la loro vita.
Inizia così la scalata, la corsa, chiamatela come volete, che porterà decine di persone a fronteggiare se stesse e anche le persone che le circondano, cuori e menti che nascondono ben più di una maschera.
Alla fine, quando il polverone si sarà diradato, sarà chiara soltanto una cosa…

Helen Van Slyke, come sempre, ci prende il cuore e lo riempie di sentimenti mai sopiti che magari non riuscivamo a vedere chiaramente, senza una guida.
Il risultato è “Il ricco e il giusto” (Sperling & Kupfer, 2005, collana Superbestseller n. 168, pp. 366, euro 8,50; Prima edizione: 1980), una storia che prende con gentilezza e decisione al tempo stesso, una storia che farà piacere ricordare. E magari rileggere.