Il rito
- Autore: Matt Baglio
- Genere: Religioni
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2009
“Il Rito” (Sperling & Kupfer Editori S.p.A., 2009, € 19), primo libro del giornalista Matt Baglio, si pone tra il romanzo e il saggio investigativo con predominio del secondo genere: nell’opera le testimonianze del sacerdote e parroco statunitense Gary Thomas su molti casi di possessione diabolica e sui relativi esorcismi operati dalla Chiesa si alternano a profonde considerazioni dell’autore sopra i diversi aspetti del demonico. Il lavoro è corredato da un ampio apparato di note e arricchito da vastissima bibliografia utile a chi desideri approfondire. Com’è noto, nel 2011 ne è stato tratto con lo stesso titolo un film, assai liberamente tuttavia, per ragioni spettacolari facendo prevalere la narrazione sul saggio e apportando notevoli varianti.
“Il Rito” è in sostanza una meditazione sul male nel mondo, male che si personalizza nella figura del diavolo, qui non mostrato come mero simbolo dell’immoralità e dell’istigazione a peccare, come inteso in gran parte della teologia contemporanea, ma tradizionalmente quale essenza angelica depravata e corruttrice degli esseri umani, entità che, coi suoi aiutanti diabolici, ordinariamente tenta le persone al male e, meno spesso ma non accidentalmente, le vessa con varie disgrazie e con certe malattie che i medici non riescono a curare. Il diavolo, addirittura, prende possesso di corpi umani – non però delle anime, a meno che siano cedute volontariamente, in una sorta di patto “alla Faust”, il che, a detta dei demonologi, avviene di solito nel corso di messe nere.
Similmente alla maggior parte dei laici credenti e persino di non pochi preti e vescovi, anche Matt Baglio, prima di questa sua indagine, e il protagonista del libro padre Thomas, prima d’aver avuto diretta esperienza della persona satanica in posseduti, non avevano creduto all’esistenza del satana e dei suoi diavoli, ma ritenuto tali cose alla stregua di superstizioni medievali; entrambi avevano però dovuto correggere, a mano a mano, il loro parere, sino a radicalmente convertirlo. Prima che il sacerdote e il giornalista si incontrassero, era accaduto che il vescovo titolare della diocesi di San Jose presso San Francisco, diretto superiore di padre Gary, in seguito a un invito ufficiale indirizzato ai presuli dalla Santa Sede di munire la rispettiva circoscrizione episcopale di almeno un prete esorcista, aveva comandato a quel suo parroco di trasferirsi a Roma per un trimestre al fine d’apprendervi la teoria e la pratica dell’esorcismo, frequentando uno specifico corso teorico presso il “Pontificio Ateneo Regina Apostolorum” e seguendo l’azione pratica di esorcisti esperti. Padre Thomas aveva così conosciuto nell’Urbe i più competenti e noti di loro e aveva assistito a tanti casi di liberazione di posseduti, esperienze che avrebbe poi riferito anche a Matt Baglio.
Il sacerdote aveva appreso cose stupefacenti: per esempio che i pensieri cattivi suscitati dal demonio in chi egli cerca di sottomettere paiono venire non dal cervello del perseguitato, ma da un altro io a lui estraneo, un altro ego che insinua sensazioni e concetti lontani dal suo carattere, come sensi di disperazione e tentazioni al suicidio in persone normalmente serene che, altrimenti, mai si sognerebbero di togliersi la vita. Quanto alla semplice tentazione diabolica a peccare, il satana in primo luogo fa leva sulle debolezze dell’individuo, ad esempio gli fa sentire come vero, mentre non lo è affatto, che non ci sarebbe nulla di male nell’attuare certe nefandezze, anzi che tutti le commetterebbero, e che il peccato non sarebbe altro che un’invenzione dei preti per tener assoggettata la gente – per inciso: la maggior parte del male nella nostra società deriva proprio da tal amoralismo. Assai gravi sono le maledizioni lanciate da un essere umano contro un suo simile, se inviategli in piena consapevolezza con odio, tanto più se ci si avvalga dell’opera d’un mago: sono talmente gravi da provocare serie iatture come malattie, fallimenti matrimoniali, perdite del lavoro, incidenti fisici e, addirittura, la morte, potendo per di più favorire una vera e propria possessione demoniaca del maledetto. D’altro canto, il frequentare operatori dell’occulto come i cartomanti e i maghi, o anche solo lo svolgere pratiche apparentemente giocose e innocenti come la divinazione col cosiddetto bicchierino, peggio ancora il partecipare a sedute spiritiche favoriscono l’opera del satana contro la persona coinvolta: in ordine di gravità crescente, ne derivano infestazione della sua abitazione – rumori senza causa apparente, spostamenti di oggetti… –, vessazione con malanni fisici, ossessione con pensieri funesti e, peggio di tutto, vera e propria possessione fisica.
Il lettore può facilmente meravigliarsi di tali affermazioni, e pure il sottoscritto ne è rimasto sulle prime sorpreso, ma ha poi riflettuto che il non tenerne conto sarebbe stato culturalmente superbo: come afferma l’anglico Bardo nel suo “Amleto”,
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”
Va pur ricordato che il concetto ortodosso di diavolo era stato ribadito da Papa Paolo VI nel suo celebre discorso “Liberaci dal male” del 15 novembre 1972, durante la settimanale “Udienza Generale del Mercoledì”: quel Sommo Pontefice, suscitando clamori e perplessità in moltissimi teologi e in notevole parte dei sacerdoti, aveva detto:
“Il male non è più soltanto una deficienza, ma anche una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore”
e aveva aggiunto che si poneva al di fuori della Chiesa chiunque non lo credesse; soprattutto quest’ultima affermazione aveva creato sconcerto, potendo apparire come il lancio d’un ànatema su chi non vedesse il satana come persona, e se ciò fosse stato avvalorato, avrebbe reso la dichiarazione del Pontefice vincolante per tutti i cattolici, l’avrebbe cioè qualificata “ex Cathedra”; poiché tuttavia Papa Paolo VI non era più tornato sul discorso, rimane ancor oggi argomento di discussione, fra i teologi della Chiesa, se si fosse trattato o no di proclamazione dogmatica.
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