Il ritorno del naufrago di François Garde

Il romanzo “Il ritorno del naufrago” di François Garde potrebbe porsi tra l’avventuroso e l’antropologico. La storia di un marinaio che vive un dramma unico e personale si inserisce sullo sfondo delle navigazioni e delle grandi scoperte geografiche, quelle che facevano sognare gli esploratori e tutti gli uomini si scienza, quelle che facevano muovere interi bastimenti all’inseguimento di un sogno, quelle che hanno portato conoscenza ma allo stesso tempo causato anche grandi disastri.
Dopo esser salito a bordo di una nave per terre lontane l’uomo si ritrova abbandonato in Australia, un po’ per sua disattenzione, un po’ per l’imperizia di un cattivo comandante. Un continente immenso di fronte senza punti di riferimento precisi e dove l’unico appiglio diventa una comunità indigena con cui non riesce in principio a comunicare. Poi si perde memoria di lui fino a quando viene ritrovato molti anni dopo e affidato a uno studioso di geografia che era lì per conto della Società francese di geografia e che cerca di ricavare delle informazioni scientifiche utili per capire l’essere umano nella sua globalità.

Il romanzo è scritto in prima e terza persona: in prima quando è lo studioso a parlare e a descrivere i progressi fatti dal marinaio nel tornare alla vita del mondo occidentale, in terza quando si tratta di descrivere la vita del marinaio durante i diciotto anni spesi presso la tribù indigena. In questo alternarsi tra prima e terza persona, tra presente e passato si va delineando il dramma di quest’uomo e soprattutto vengono fuori un’interessante analisi antropologica da una parte e psicologica dall’altra nel passaggio dalla civiltà cittadina a quella tribale prima e viceversa poi.
Questo alternarsi crea anche quel mistero e quella tensione che tiene il lettore attaccato al libro, avido di sapere come vada a finire, passando di pagina in pagina nella speranza di una conclusione che possa soddisfare la sua voglia di conoscenza.
Ribattezzato come il moderno Robinson Crusoe, il libro risulta interessante, credibile, non banale e bello da leggere.