Il sapore del sangue di Gianni Biondillo

"Il sapore del sangue", pubblicato dalla Casa editrice Guanda nel 2018 e ora alla seconda edizione, presenta le caratteristiche tipiche del romanzo d’evasione di genere noir, come ci tiene a precisare l’autore Gianni Biondillo, architetto e scrittore.
Sin dalle prime pagine facciamo la conoscenza del protagonista Sasà Procopio, uomo cresciuto e pasciuto nel giro della roba, nel quartiere di Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano, la più grande piazza di spaccio del Nord Italia.
Grazie a un escamotage viene rilasciato anzitempo dal carcere di San Vittore. Lui ha un piano in testa: tagliare i ponti con il passato. La notizia provoca disappunto nel suo ex compagno di malaffare Francesco Greco e nei famigliari che lo vorrebbero incarcerato a vita.
Salito su un autobus s’imbatte in cinque teppistelli, che si divertono a provocare e infastidire i passeggeri. E da questo punto in poi la storia prende per Sasà una brutta piega.

L’appassionato di romanzi gialli-noir vi trova, triti e ritriti, tutti gli ingredienti del genere: violenza, corruzione, droga, trasgressione sessuale e la comparsa sulla scena della creatura cara all’autore, il commissario Ferraro, deputato a far luce nell’intrigo degli avvenimenti. Non manca pure quel tocco di magia finale studiato apposta per sorprendere e stupire l’affezionato lettore.
Piace all’autore rimestare nel torbido di una società milanese viziosa e corrotta, in cui il male è diffuso in periferia e nei luoghi privilegiati e intacca tutti, dal politico all’uomo di chiesa.
Di facile lettura, l’elemento stilistico di rilievo sono i dialoghi: vivaci, realistici, funestati però da un gergo in cui alla mancanza di fantasia supplisce una sovrabbondanza di epiteti volgari e l’intercalare della parola dell’organo maschile, ripetuto in modo ossessivo in tutte le sue forme espressive.