Il segno di Excalibur
- Autore: Jack Whyte
- Genere: Avventura
Il sesto capitolo della saga di Camelot è il vero fulcro dell’intera vicenda. Artù è maturato e ha raggiunto la consapevolezza dei propri mezzi oltre ad aver terminato nel migliore dei modi l’addestramento minuzioso di Merlino e dei cavalieri di Camelot. E’ pronto per affrontare a pieno le sue enormi responsabilità e per diventare il sovrano unico ed incontrastato dell’isola britannica, perennemente divisa in tante piccole tribù e clan di ceppi diversi. Con il carisma ed a seguito della ramificata parentela, riesce nell’intento. Verrà sempre sorretto ed aiutato dalle doti diplomatiche del suo tutore. Le genti della colonia di Camelot hanno costruito un esercito unico che pone le sue basi sulle tecniche lasciate in eredità dai romani che, ormai da tempo, hanno abbandonato l’isola.
Con il rigore e la disciplina assoluti sono diventati dei combattenti invincibili. Oltre a questo è da sottolineare la forza della cavalleria di Camelot che non ha eguali in tutta l’isola, l’abilità della flotta alleata che agisce incontrastata e la perizia degli infallibili arcieri di Pendragon.
Il passo per diventare i “padroni” dell’isola è breve anche se arduo e pieno di insidie. Dapprima la colonia ed il suo re dovranno affrontare e sconfiggere la rabbia di Peter Ironhair nemico giurato della famiglia di Artù. Poi il nuovo re dovrà districarsi fra intrighi di corte, malizie e cattiverie servendosi della diplomazia che gli ha insegnato Caio Merlino Britannico.
Il nuovo pericolo saranno le selvagge genti che ubbidiscono a Carthac, il condottiero con le sembianze di un mostro, gigantesco e deforme. Ed infine Artù dovrà difendere l’isola dall’invasione di nuovi e sconosciuti popoli che giungono dal continente.
Nel domare tutte queste insidie sarà sempre aiutato da Merlino che prima gli dona la sua spada e poi, trasformato in un vero e proprio stregone, saprà agire nell’ombra e badare al suo pupillo in ogni occasione. La figura del tutore sarà meno centrale che nei precedenti romanzi, perché un po’ offuscata dallo splendore nascente del formidabile ragazzo, ma sarà tuttavia importantissima per il senso della vicenda. Merlino sarà vittima di un imboscata terribile che lo segnerà per sempre sia nel fisico che nell’anima e lo trasformerà, come dicevo prima, in una figura misteriosa ed oltremodo intrigante.
Tra battaglie fantastiche e magie soprannaturali, si sviluppa uno dei migliori romanzi storico-fantasiosi mai scritti. Whyte ci porta indietro nel tempo, il quel V secolo d. C., in un’ambientazione affascinante, e ci fa comprendere, una volta per tutte, la magnificenza della “colonia” lo splendore di Camelot che rimane ancor oggi l’emblema della civiltà splendente, perfetta ed irripetibile.
Ci spiega, infine, uno dei più grandi misteri della tradizione e letteratura anglosassone oltre che continentale: l’estrazione della mitica Excalibur dalla roccia pura.
La spada magica, forgiata con la pietra caduta dal cielo, è il simbolo del potere, è il simbolo del fato. Solo chi saprà impossessarsene e riuscirà a brandirla in cielo potrà definirsi, con buon diritto, il sovrano di tutti i britannici. Con l’aiuto di Caio Merlino Britannico un ragazzo ci riuscirà e da quel giorno sarà per sempre, ed ancor oggi per tutti noi, Re Artù!
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