Il segreto dell’ultima estate
- Autore: John Harding
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2012
A volte capita di scegliere un libro perché si è attratti da una sua particolare caratteristica. Può essere un titolo particolarmente invitante, una copertina che attrae l’attenzione, oppure può essere l’ambientazione, intesa sia come tipo di ambiente frequentato dai personaggi che come luogo nel quale si svolge l’azione. Stavolta, quello che mi ha spinto a leggere questo romanzo è stato lo scoprire che era ambientato a Malta. Non sono molti i romanzi che hanno come sfondo la bella isola dei cavalieri, se si escludono quelli a tema storico: da qui la mia curiosità per “Il segreto dell’ultima estate”, oltretutto scritto da John Harding, autore del bestseller “La biblioteca dei libri proibiti”. Purtroppo, si è trattato di una lettura che non mi ha lasciato gran che, se non un profondo senso di tristezza per le situazioni che vi si raccontano e la sensazione che, a parte pochi accenni ai luoghi più conosciuti e turistici, la narrazione avrebbe potuto essere posizionata più o meno in qualsiasi piccola isola dal clima caldo.
Di per sé, la storia è tale da suscitare un certo interesse: tutto ha origine da un’idea di Nick, che, come regalo di Natale per i propri genitori, organizza un viaggio a Malta, da fare in quattro insieme a sua moglie Laura. Un viaggio non privo di difficoltà, per la disabilità del padre e le precarie condizioni di salute della madre, ma che Nick pensa farà loro piacere: suo padre ha trascorso diversi mesi a Malta durante l’ultima guerra e ne parla spessissimo. Quando presenta ai genitori il suo regalo, però, gli eventi prendono una piega inaspettata: la madre racconta a Nick che suo padre, durante la sua permanenza a Malta, ha avuto una storia con una ragazza del posto, dalla quale ha avuto un figlio che, malgrado i vari tentativi, non è stato più rintracciato. La vacanza programmata diventa così un modo per cercare di ritrovare quel fratellastro che sembra scomparso nel nulla.
Le due settimane maltesi iniziano con i classici imprevisti riguardanti la villa assegnata e la scarsa abitudine al caldo. Le ricerche, comunque, non vengono trascurate e arrivano a una conclusione quasi subito, con l’incontro con Anthony. Giovanile, brillante, attraente, proprietario di una bella villa e di una bella macchina, Anthony sembra affezionarsi subito ai ritrovati genitori, fratello e cognata. Tutto troppo bello: infatti Nick nutre non pochi dubbi. Potrebbe trattarsi solo della gelosia di chi si trova improvvisamente messo da parte nel proprio ruolo, o potrebbe essere sesto senso.
Una storia che avrebbe avuto molto spazio per poesia e sentimento, ma lascia, in realtà, l’amaro in bocca. Troppo lungo e dettagliato è il racconto delle difficoltà di interazione con il padre disabile, corredato oltretutto da un certo compiacimento nella descrizione delle sue necessità fisiologiche, il che, più che divertire, irrita per lo scarso rispetto con il quale è trattato il tema. Altrettanto fastidiosi sono gli infantili sotterfugi che Nick mette in atto per non avere rapporti con la moglie Laura, evitando così di diventare padre: si arriva a un livello di paranoia nel quale Laura sembra essere diventata un nemico da combattere, più che una compagna di vita. Il tutto conduce verso un finale surreale, che vorrebbe essere poetico ma risulta piuttosto cinico, oltre che, come comunque spesso succede, frettoloso. Quanto a Malta, non basta nominare Ta’ Pinu o la Co-Cattedrale di San Giovanni per sentirne il vero sapore senza ridurla a mero scenario teatrale.
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