Il settimo velo
- Autore: Juan Manuel de Prada
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2008
La vicenda di Jules, partigiano smemorato, e del suo amore per la giovane Lucia, l’artista che lo nasconde nella sua compagnia di girovaghi, offre più piani di lettura. Sette, forse, proprio come i veli del titolo.
E‘ una riflessione sull’identità europea, edificata sul sangue civile di coloro che, con buona pace dei vinti, vinsero sì, ma ad un prezzo che non andrebbe dimenticato.
E altresì un’analisi scabrosa della componente di inganno di cui ogni storia d’amore si nutre, dalla più innocente pietosa bugia alla più empia e fatale delle mistificazioni.
E dunque ancora vira nel gioco di specchi con cui la memoria individuale e collettiva inganna se stessa.
Jules, il protagonista, è un eroe dilaniato, osannato eppure incompreso che in mondo in cui tutti vogliono dimenticare, si incammina verso un calvario senza assoluzione, pur di riappropriarsi della sua storia.
E lo fa con sciagurata temerarietà, inanellando una galleria di ritratti vividi e rabbiosi: il feroce occupante nazista, il comunista cieco e efferato, il pugile sacerdote, il sordido impresario dal grande cuore. Sfilano uno dopo l’altro, come il carrousel della sgangherata compagnia di circensi del vecchio esule spagnolo Fidel, sdruciti, eppure ricoperti di lustrini. Ognuno di essi è insieme maschera, o velo appunto, metafora delle acrobazie che la vita richiede ai deboli che pure non rinunciano al loro posto sulla giostra e nel mondo.
Eppoi ancora è un monito sulla tenacia delle passioni, uno scrutare negli angoli bui dell’inconscio, guidati da due medici molto diversi. Uno, il luminare Portabella, psichiatra capace di coniugare infinita passione scientifica e sconfinata vanità; l’altro, Andrè, chirurgo ebreo così abile da salvare la vita del rivale operando in condizioni disperate dentro un carrozzone male illuminato, ma al tempo stesso così fragile e avvinto al demone delle gelosia.
Ed è certo una tesi sul femminile, uno sguardo benevolo in quella trama di forza e caducità, di pugnace rassegnazione che tesse il destino delle donne straordinarie che si consegnano in nome dell’amore materno ad un ordinario eroismo quotidiano.
Siamo a sei. E allora diciamo pure che il settimo velo è una scrittura gonfia, ricca e fluida, ma che a tratti esonda nel territorio della ricerca storica. Un ritmo che alterna momenti in cui è impossibile solo pensare di chiudere il libro e dormire, ad altri in cui rallenta e chiede un credito di fiducia. Che le va dato con entusiasmo e sarà restituito con gli interessi.
Recensione di Monica Mariani
Il settimo velo. Romanzo. Traduzione di Claudia Marseguerra.
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