Il sogno del Nautilus
- Autore: David Almond
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Orecchio Acerbo
- Anno di pubblicazione: 2017
Si fa presto a dire libri per l’infanzia! Orecchio Acerbo propone questo libro straordinario di David Almond e Dieter Wiesmuller, che forse, bambini particolarmente fantasiosi, accompagnati da adulti consapevoli, sapranno gustare ed amare se opportunamente guidati.
“Il sogno del Nautilus” è un grande album del colore del mare… blu, celeste, turchese, verde, in una serie infinite di tonalità cangianti, come l’acqua del mare appunto, ma qui c’è qualcosa di magico e fantastico che non può che affascinare i lettori: si immagina che l’acqua degli oceani sia salita e abbia completamente sommerso la nostra civiltà. Continenti e monumenti, vestigia e testimonianze del genere umano sono il passato remoto: il presente è il mondo subacqueo, quello dei pesci che si sono riappropriati della natura sottomarina. Ecco allora che meduse, balenottere azzurre, anguille, pesci scorpione, delfini, squali, capodogli, polpi, tonni, pesci spada nuotano in modo fluido, si immergono, saltano, in mezzo ai capolavori scomparsi di un mondo divenuto preistorico, commentando e ricordando, dando voce a rimpianti, a desideri che si manifestano soprattutto nelle parole del Nautilus, il più brutto dei pesci, un sopravvissuto, tutto ripiegato ed arricciato intorno a se stesso, che, tuttavia, è in grado di sognare…
“Tutte le notti, quando il mare si fa scuro e si intravedono lontane le luci delle strane creature degli abissi e di tutte le cose sconosciute che esistono sopra la superficie, io sogno di avere le pinne per nuotare e una cosa da dimenare”.
Le immagini de “Il sogno del Nautilus”, dovute al grafico tedesco Dieter Wiesmuller, sono straordinariamente evocative di una mondo sottomarino futuro, che a noi sembra assomigliare al passato mitologico di Atlantide; ecco allora lo squalo che si aggira minaccioso intorno al David di Michelangelo sommerso, duro come una pietra e inattaccabile malgrado la potenza dei suoi denti affilati, l’enorme capodoglio che sfiora la cupola della chiesa veneziana di Santa Maria della Salute, i delfini che si affollano attorno alle statue della romana Fontana di Trevi, il pesce spada che con la sua arma acuminata si misura con la cuspide altrettanto tagliente del Chrysler Building di New York, la balenottera che si sente piccolissima al cospetto della Grande Muraglia cinese, il pesce scorpione che crede di identificare nella misteriosa sfinge di Giza il bis bis bis nonno, anche se
“gli mancano le nostre splendide pinne puntute. E gli mancano le nostre eleganti striature”.
L’immagine più conturbante de “Il sogno del Nautilus” è quella del tonno che gira nuotando vicinissimo alla testa della Statua della Libertà, che identifica con la Morte:
“Se ne sta lì dove è sempre stata: solitaria, immutabile ed eterna. Quell’immenso corpo rigido in sé non ha alcun movimento, gli occhi freddi non hanno alcuna luce”.
In questa fantasiosa inversione dei tempi e della storia, in questa sorta di fantascienza rovesciata, si colgono i segni della crisi che attraversa la società del nostro tempo, che inquina dissennatamente le acque del mare disseminando interi oceani di plastica e di rifiuti tossici, che ha reso una mare mitico, il Mediterraneo, la tomba di migliaia di corpi sconosciuti.
La risposta dei due autori, David Almond autore del testo, e Dieter Weismuller delle illustrazioni, consiste in una serie di parole chiave: sogno, nuotare, immergersi, visioni, acqua, creature, inabissarsi, luce, intorno alle quali vengono costruite queste “pagine piene d’acqua”, alla ricerca di una umanità ormai scomparsa, di cui sopravvivono solo vestigia imponenti, incapaci di parola. La speranza di un sogno.
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