Il sogno dell’incubo di Marta Palazzesi

Nell’ottobre 2013 approda nelle librerie italiane attraverso Giunti Y il secondo romanzo della saga "La casa dei demoni", firmato Marta Palazzesi.
Atteso seguito de "Il bacio della morte", "Il sogno dell’incubo" racconta ancora una volta le vicende di Thea, la cacciatrice di Azura, che tra una delusione d’amore e l’altra, tanti incidenti e troppi battibecchi, riesce a sopravvivere all’interno del Palazzo.

"Intrappolata" negli archivi, a scontare la sua pena per aver cercato di evadere nel mondo sotterraneo insieme all’ormai ex fidanzato Damian, non sa che una nuova minaccia si sta abbattendo su di lei e i suoi cari. Ignara oltretutto, di aver un legame viscerale con l’amato, che prima di fuggire ha instaurato tra loro, la protagonista passa le sue giornate, tra una pausa e l’altra dalle scartoffie, a interrogarsi sul comportamento del ragazzo.

Grigor, padre della sua migliore amica Serena, si ammala, e a sostituire il governante, in attesa che la figlia compia diciannove anni, viene chiamato Arno, colui che presidia il Palazzo di Amsterdam. Insieme a lui, il figlio e un amico di quest’ultimo.
Ma quali sono le vere intenzioni di Arno? E i suoi poteri nascosti?

L’astuta cacciatrice insieme al fidanzato, tornato dal mondo sotterraneo dopo aver ucciso i suoi genitori non morti, e pronto forse, a dichiarare i suoi sentimenti per Thea, si accorgono che sta succedendo qualcosa all’interno delle mura, e determinati a scacciare il male, aiutati dal padre della ragazza, si allontanano dal Palazzo per studiare un piano d’attacco.
In questo viaggio, tra scontri e prese di posizione, i due ragazzi si ritroveranno più volte, molto vicini, "recuperando" quel sentimento che si era messo per un attimo da parte.

La storia è scritta molto bene ed è scorrevole. La trama si snoda in maniera omogenea e fluida, in modo che niente sia lasciato al caso.
Non guasta, quel pizzico di ironia, che l’autrice ha messo, a giuste dosi, nei personaggi.

Con una copertina bellissima e d’impatto, ma soprattutto con un finale (non finale) col botto, Marta Palazzesi riesce a catturare il lettore fino all’ultima riga.