Il sorriso di don Giovanni
- Autore: Ermanno Rea
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Per bibliomani, lettori e lettrici compulsivi, amanti dei libri come oggetti da toccare, raccogliere, conservare, questo è un libro imperdibile. Mi ci sono persa, tanto forte è l’immedesimazione in molte delle descrizioni del rapporto amoroso con i libri e i loro personaggi che il coltissimo Ermanno Rea mette in bocca alla sua protagonista, questa saputa e raffinata lettrice, presuntuosa, contraddittoria ma affascinante Adele.
Lo scrittore napoletano, autore di libri impegnati sui temi del sociale e della complessa vicenda politica del Meridione, decide alla sua veneranda età di scrivere un romanzo di pura fantasia sull’amore per la lettura, affidandone la voce ad una donna, Adele, classe 1959, che segue dall’epoca della scuola in una piccola città della Campania, la sua “Macondo”, fino ai giorni nostri, quando dopo una lunga parabola di esperienze umane, amorose, politiche, professionali, la donna ritorna nell’appartamento di sua nonna Serafina, la sua prima mentore, dove costruisce una vera biblioteca che, essendo lei senza eredi, diverrà Bene Comune.
In tutta la prima parte del libro, sulla falsariga del classico romanzo di formazione, Rea ci racconta le letture, gli affetti, le scelte politiche, la carriera scolastica e poi universitaria di Adele, che vive con la mamma, professoressa di matematica e la nonna, proprietaria del grande appartamento-rifugio che sarà sempre al centro della vita della protagonista, in provincia, negli anni sessanta e settanta del ’900. Adele si innamora di Fausto, un ragazzo serio, deciso, da sempre militante del Pci, senza dubbi o sfumature, e i due vivono in simbiosi adolescenza e giovinezza, scambiandosi libri, discutendo di politica, litigando, crescendo. Per Adele i libri possono cambiare il mondo, i personaggi letterari sono altrettanti prototipi e modelli a cui ispirarsi. Per Fausto no e sarà questo il loro maggior punto di contrasto, quello che finirà per separarli.
La parte più intensa del libro di Rea resta quella in cui rivivono i personaggi universali: ecco una lunga dissertazione su “Le affinità elettive” di Goethe, con cui Adele si confronta e confronta le proprie scelte sentimentali; ecco una lunga lettera che scrive, all’insaputa di Fausto, a Italo Calvino dopo aver letto e adorato “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, libro su cui costruirà tutta una sua teoria sulla letteratura. E ancora “L’Idiota”, con cui la giovane lettrice passa intere serate, o i personaggi femminili quali Anna Karenina o Emma Bovary, essenziali nella sua educazione sentimentale. Tutti i principali autori della letteratura hanno lasciato un segno nella psiche di Adele, assidua frequentatrice di librerie sin dall’infanzia, che fonderà gruppi di lettura nei quartieri degradati di Napoli prima che si parli dei “maestri di strada”, che aprirà le aule dell’università a quanti vogliono parlare e discutere di libri, che si batterà per la crescita dei lettori in un paese che disprezza i libri, come il potente boss Coppola, al rione della Sanità, che accetterà di celebrare una “Festa del libro” colpito dall’entusiasmo, dall’inconsueto fascino intellettuale e dalla granitica volontà di Adele.
Un libro in cui le donne hanno un gran peso, soprattutto le donne lettrici, che in Italia, dicono le statistiche, hanno la funzione di alzare la media di chi legge.
Un romanzo che è una bellissima utopia, che porta già nel titolo il nome del seduttore per eccellenza, don Giovanni, quasi che i libri possano diventare per un numero maggiore di persone un vero oggetto di seduzione, con il loro odore, la consistenza delle pagine, la chiarezza della stampa, l’immagine di copertina. Di questo libro ringrazio Ermanno Rea, che ha saputo identificarsi in una giovane donna “fanatica” dei libri nella quale è bello riconoscersi in tempi difficili per la cultura nel nostro paese e per il destino a cui i libri sembrano fatalmente condannati.
Il sorriso di don Giovanni
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