Il tatuatore
- Autore: Alison Belsham
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2018
Per un lavoro fatto bene, il corpo dev’essere ancora in vita, altrimenti si irrigidisce, la pelle si raffredda e non viene via. Certo, bisogna attendersi tanto sangue scuoiando tessuti umani ancora vivi, ma solo così si può aspirare a un buon risultato. Ecco il ‘benvenuti nell’orrore” che la scrittrice scozzese Alison Belsham rivolge ai lettori del suo primo thriller e successo mondiale, considerati i dati di vendite.
“Il tatuatore” è in Italia per i tipi Newton Compton da maggio (384 pagine, 12 euro il volume, 0.99 l’eBook). All’estero, il romanzo ha meritato il primo premio nel Concorso Scotland Crime Writing 2016 e ha sollevato interesse anche in occasione della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, l’estate scorsa.
Un bestseller fin dal primo vagito, insomma. La trama, a quanto pare, è nata in un albergo di Berlino, dopo una seduta di tatuaggi alla quale la signora Belsham si era sottoposta in Germania.
Sono all’esordio, dunque, tanto la scrittrice che l’ispettore Francis Sullivan. Alison ha cominciato come sceneggiatrice nel 2000 e anche in quell’occasione è salita subito sul podio: segnalazione nell’Orange Prize e buona classifica finale l’anno successivo, nel Concorso della Bbc per i ideatori di narrativa drammatica.
Quanto a Sullivan, a soli 29 anni ispettore di polizia più giovane di tutto il Sussex, è al primo giorno di servizio nel nuovo incarico e sente tutta l’emozione e il peso delle responsabilità. Certo, qualcosa potrà pur contare l’aver superato gli esami a pieni voti, ma è terribilmente ansioso e non l’aiuta l’aver percepito che la squadra che dovrà comandare non lo considera all’altezza, perché troppo inesperto. Non è un gran che, ai fini di una benefica autostima.
Neanche il tempo di provare soddisfazione per il ruolo di comando e di tremare per le incognite, che già si presenta il primo caso per l’ispettore Sullivan e i suoi. Un cadavere in un cassonetto, dietro una caffetteria. Maschio, nudo, un’evidente ferita da corpo contundente alla nuca e altre vistose lesioni tra schiena e spalla sinistra. Presenta numerosi tatuaggi e questo dovrebbe facilitare il riconoscimento.
Non è il primo e non sarà l’ultimo sta pensando chi ha agito. Apprendiamo che ha voluto assumere betabloccanti per avere la mano ferma, come fanno i tiratori di precisione. I tessuti vanno rimossi con estrema cura: un tatuaggio dura per sempre, è la giusta alchimia tra la pelle e l’inchiostro.
Curioso, è stata una tatuatrice, la quarantenne Marni Mullins, a scoprire il corpo e a chiamare. Fosse dipeso da lei, l’avrebbe piantata lì e sarebbe sparita alla vista della Polizia, anche perchè nutre sospetti sull’ex marito, il francese Thierry, da quando ha intravisto sul cadavere il tatuaggio di San Sebastiano.
Marni non ha voluto presentarsi agli inquirenti, ma è il giovane ispettore a presentarsi da lei, dimostrandosi seccato per il ritardo che ha procurato alle indagini col tentativo di sottrarsi. Un gap al quale rimedia la stessa tatuatrice: da una foto, si accorge della simmetria non casuale dei tagli sulla schiena del morto. È stato asportato un lembo di pelle, con molta attenzione.
Mi piace lavorare con la carne viva intercalate alle pagine dell’inchiesta, ci sono quelle in cui possiamo seguire il delirio macabro dell’assassino scuoiatore. È pronto a colpire la prossima vittima: i coltelli vanno affilati, la lista è lunga.
Attraverso gli archivi di Thierry Mullins – l’ucciso era suo cliente – si risale alla vittima e si apprende del tatuaggio tribale prelevato dalla schiena.
Sicchè, il “ladro di tatuaggi” ama agire su persone neutralizzate ma vive, per non rovinare quanto gli preme scuoiare. Al primo ha tolto un lembo di dorso, al secondo lo scalpo del cranio tatuato. Sempre più delirante, accenna a tecniche sofisticate di conservazione e ad un lavoro per conto di quello che chiama “Collezionista”. Allo stesso tempo, evidenzia conflitti psicopatologici con la figura paterna e con un fratello, al quale è interamente andata l’azienda di famiglia.
Il capo mette una pressione tremenda, minaccia Sullivan di mandarlo a dirigere il traffico se non sarà capace di dare una svolta alle indagini. Un altro caso e avremo a che fare con un serial killer, si dicono. Non sanno che la prima è stata una donna, un corpo senza un braccio, in un campo da golf.
È Sullivan che si avvicina alla verità, almeno per quanto riguarda la traccia dei tattoo rubati ai corpi. Anche Marni fa progressi: è certa che i tatuaggi attraggano morbosamente l’assassino, comincia a temere che questa vicenda la debba riguardare da vicino, in qualche modo che le sfugge. Potrebbe non essere stato causale che sia stata lei a scoprire il primo cadavere ed è sempre Marni che azzarda un legame: tutto riconduce a una mostra di grandi tatuatori da tutto il mondo, a Londra, un anno prima.
Dieci artisti. Può voler dire che ci sono ancora sette tatuati in grave pericolo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il tatuatore
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