Il tavolo di Alessandro Robecchi

Il tavolo di Alessandro Robecchi (Sellerio, 2015) è un bel giallo ambientato a Milano e legato a un personaggio fuori dal comune, Carlo Monterosso, sceneggiatore televisivo molto impegnato al tavolo verde a tal punto da perdere la sua fortuna e pensarsi ormai come povero (una scena divertentissima è quella in cui dà l’addio ai suoi mobili). A venirgli in aiuto è Katia Sironi, giovane e furba poliziotta. Il protagonista è furioso perché chi lo ha impoverito lo ha fatto con mezzi scorretti. Katia Sironi è abile nell’arte del travestimento e grazie a ciò riesce a risolvere l’inghippo.

Appare un quadro terribile di ricchi borghesi dediti al gioco d’azzardo che ingoia i loro averi e loschi sfruttatori di prostitute che sembrano usciti da un film americano. Il tutto in una Milano in cui si passa dal centro pieno di vita alle case popolari del Giambellino di cui l’autore dà una valutazione terribile. Un quartiere storico e abbandonato agli immigrati e alla mafia.

A dir la verità il racconto parte lento. Non si capisce bene che cosa voglia fare Carlo Monterosso, ma in seguito anche grazie a Katia la situazione migliora. Vorrei inoltre far notare in questo giallo la presenza di una coppia in cui la donna è l’elemento trainante, mentre l’uomo sembra meno perspicace e coraggioso; oltre a una pletora di personaggi minori che danno il loro contributo alla salvezza economica di Monterosso. Lo stile è veloce, pensato per un eventuale film e la parte finale tiene con il fiato sospeso.

Il volume è disponibile anche in edicola grazie all’iniziativa della "Stampa", che ha reso più allegre le giornate autunnali funestate dal Covid. Lettura bella.