L’epoca elisabettiana vide una grande affermazione del teatro grazie anche al contributo di artisti talentuosi tra i quali spiccava il genio di William Shakespeare.
Se già dall’epoca medioevale il teatro ha un suo ruolo crescente nella società inglese grazie alle rappresentazioni prevalentemente religiose o moralistiche che si tenevano durante le feste comandate all’interno o nei pressi delle chiese, durante il Rinascimento le rappresentazioni teatrali assumono crescente importanza grazie anche ai masques che si tengono nelle case dei nobili nonché a corte. I masques sono rappresentazioni che appunto vedono gli attori indossare delle maschere ispirati ai classici o alla mitologia.
Nel contempo degli autori più blasonati si dedicano al teatro come professione. Si affermano in particolare i cosiddetti University Wits, laureati a Oxford e Cambridge che scrivono con maggior cura e proprietà di linguaggio e contribuiscono a diffondere la passione per il teatro.
I primi edifici adibiti a rappresentazione teatrale sono costruiti in legno alla periferia perché comunque gli spettacoli erano considerati immorali e alle donne era interdetta la recitazione. Un autore che sicuramente avrebbe potuto quasi oscurare la stella nascente di Shakespeare fu Christopher Marlowe , morto a neanche trent’anni che ci ha lasciato lo splendido La tragica storia del dottor Marlowe. Thomas Kyd, invece, un seguace della cosiddetta tragedia senechiana, una sorta di commistione tra dramma e orrore, ha scritto per primo Hamlet poi ripreso in seguito da Shakespeare.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il teatro nell’epoca elisabettiana
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