Il telescopio della letteratura. Gli scrittori italiani e la conquista dello spazio
- Autore: Alessandra Grandelis
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2021
Riesco a immaginarli i pleniluni di cinquemila anni fa. La radura africana dimora degli ominidi irraggiata da un’ulteriore immanenza: la luce fredda della luna attribuisce al nero della notte preistorica qualcosa di ipnotico e di terrifico insieme. Anche se quella umana è l’ultima arrivata tra le specie, possiede in nuce e in virtù di chissà quale caso, le reti neurali che ne determineranno la coscienza: la luna deve rivelarsi alle scimmie proto-umane come l’arcano che più le sgomenta. Quell’ovale imperfetto che sorge e sparisce, che muta di forma per tornare coi giorni alla pienezza iniziale, è già da allora nel destino dell’uomo.
Milioni di anni dopo, nel capitolo iniziale di 2001 Odissea nello spazio, Stanley Kubrick restituirà con immaginifica efficacia il turbamento delle notti primigenie sorvegliate dall’alto. E sul rapporto intrinseco che ci lega alla luna si sarebbe espresso con il solito acume Pier Paolo Pasolini:
“È li che siamo veramente nati/ Nella sfera del cosmo/ Nel mare siamo forse nati/ una seconda volta/ E dunque l’attrazione del mare è profonda/ ma quella dello spazio celeste/ lo è infinitamente di più”.
Altra storia. Il 21 luglio 1969 la luna viene in contatto diretto con la Storia dell’uomo: battendo sul filo di lana la concorrenza sovietica, l’astronauta americano Neil Armstrong atterra sul suolo lunare non trovandoci altro che rocce e terra desolata. Gli scrittori divenuti "classici" della fantascienza (Verne, Wells, Edgar Rice Burroughs, tra i tanti) non l’avevano immaginata esattamente così, ma insomma c’erano andati vicini.
Il telescopio della letteratura. Gli scrittori italiani e la conquista dello spazio di Alessandra Grandelis (Bompiani, 2021) restringe il campo alle nostre latitudini, che sul tema poco invidiano al resto del mondo. Indagando cioè sui rapporti intrattenuti da scrittori e giornalisti con l’astro leopardiano per eccellenza (ma più in generale con il cosmo), l’autrice imbastisce un saggio utile e piacevole, tra le cui pagine figurano i grandi della patria letteraria tricolore: da Italo Calvino, Dino Buzzati e Tommaso Landolfi che ti aspetti di trovare, agli invece "insospettabili" (dato l’argomento) Primo Levi, Alberto Moravia e il succitato Pier Paolo Pasolini. Tutti sedotti dalla luna. Tra cronaca e letteratura, sogni a occhi aperti e speculazioni, scienza, fantascienza e talvolta tracimazioni politiche, attraversando “la poesia cosmico lunare” del critico Sergio Solmi e del poeta Andrea Zanzotto. Le storie (in apparenza) per bambini di Gianni Rodari, le note di Lunaria di Vincenzo Consolo, e le riflessioni sci-fi economico-sociale di Paolo Volponi in Le mosche del capitale. C’è anche il preveggente Guido Morselli, sul quale, dopo averlo citato, Alessandra Grandelis si sofferma in questo modo:
“Ci siamo tutti, i morti come i vivi, e c’è tutto, la materia e lo spirito, i pozzi di petrolio e le colonne del Partenone, i relitti dei galeoni in fondo agli oceani e gli incunaboli dei musei, le minigonne e le grotte degli anacoreti, ciò che resta della gloria dei Cesari e dei successi di Maurice Chevalier, i fossili del Devoniano e la volontà di potenza, le Tavole della Legge e le schedine del Totocalcio. Tutto e tutti […]. In questa summa storico-culturale sta per Morselli il vero, l’unico senso dell’esplorazione spaziale che determina la fase della storia intesa come geocentrismo. In conclusione l’uomo è “molto, molto poco”; ma l’autore riprende il discorso il 10 dicembre, e di contro sostiene che se l’uomo è poco, almeno c’è, esiste, “siamo”, seppur dispersi in uno spazio immenso e incalcolabile, anche dalla scienza e non solo dal soggettivismo”
(pagg. 152-153)
Il telescopio della letteratura risulta, in ultima analisi, un libro denso e piacevole, dove gli spunti di riflessione derivanti dal tema fanno il paio con divagazioni di caratura meta-significativa. Il viaggio è dunque di esplorazione tecnologica e spaziale, ma anche filosofico, interiore e sociale. I punti di osservazione, va ribadito, sono principalmente letterari. Che spesso vedono e anticipano più della scienza deputata a farlo.
Il telescopio della letteratura: Gli scrittori italiani e la conquista dello spazio
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